A EXPO è stata presentata la Consulta Nazionale del Vino Italiano: il vino come istruzione e cultura.
Lunedì 19 ottobre al Padiglione Slow Food è stata presentata la Consulta Nazionale del Vino Italiano, una nuova realtà nel panorama vitivinicolo italiano che ha come obiettivo il rilancio dei valori e della cultura enologica del nostro Paese. La Consulta è nata grazie allo sforzo comune di 12 associazioni (AGIVI, AIS, ASPI, Associazione Nazionale “Le donne del vino”, CONAF, FISAR, FIVI, Movimento del turismo del vino, SLOW FOOD, SIVE, ONAV, VINARIUS) che si sono unite non per rappresentare interessi specifici di categoria, ma per lavorare concretamente su argomenti cui molti attuali protagonisti del mondo del vino sembrano sempre meno interessati.
La conferenza stampa è stata aperta dal saluto del Vice Presidente di Slow Food Italia Lorenzo Berlendis che ha sottolineato come il vino sia un elemento fondamentale della identità e della tradizione del nostro Paese.
La Consulta nasce dal bisogno di dare una risposta ai dati di mercato degli ultimi anni, che vedono una riduzione dei consumi – spiega Vito Intini, presidente di ONAV e uno dei coordinatori di Co.N.V.I – di circa 70 litri pro capite in un trentennio. Se negli anni ’70 il consumo pro capite era di 100-110 litri, nell’anno 2014 è stato solo di 35 litri, caratterizzati però da una qualità dei prodotti nettamente superiore rispetto al passato. La creazione di questa consulta è dunque ispirata alla creazione di una base culturale solida per un nuovo approccio al vino, dando ampio spazio all’importanza del “bere consapevole”, partendo proprio dai giovani e dalla scuola. L’istituzione scolastica è un interessante punto di partenza per poter diffondere il concetto di enogastronomia come “bene Italia” attraverso la preparazione concreta dei consumatori di domani. Una piacevole anomalia di questa Consulta, in cui esistono coordinatori e non presidenti, è l’unione delle Associazioni costituenti che in una Italia dei campanili, dove tutto è ben diviso, riescono a mettere insieme le forze per rilanciare insieme l’enogastronomia italiana, anche a livello legislativo come dimostra il disegno di legge per l’introduzione, fin dai primi anni di scuola, dell’istruzione sulla vite, sul vino, sul territorio agricolo, sulla sua storia.
Per dare il via ai lavori della Consulta è stata scelta la città di Brescia come pilota, e l’intervento di Ida Zappella, dell’Ufficio Scolastico della Provincia di Brescia, ha testimoniato la grande curiosità e l’entusiasmo delle numerose scuole che hanno espresso la volontà di partecipare ai progetti di Co.N.V.I., oltre che il coraggio dell’amministrazione di affrontare il problema.
Il prossimo passo a livello organizzativo sarà la realizzazione di un marchio comune della Consulta, presentato a tutto il mondo vitivinicolo nazionale in occasione del prossimo Vinitaly. A livello politico invece la prossima sfida della Consulta sarà coinvolgere in questa grande opera di educazione e formazione ministeri e istituzioni potenzialmente interessati.
Paolo Vaccarella