Cresce nel 2011 l’export vinicolo argentino: il volume delle spedizioni pari a 3,2 milioni di ettolitri è aumentato quasi del 16%, generando un giro d’affari da 848 milioni di dollari (+15%) rispetto all’anno precedente. Sostanzialmente stabile il prezzo medio a 2,67 dollari/litro (-0,37% sul 2010). Più in dettaglio, le esportazioni dell’imbottigliato, che a volume rappresenta circa il 59% del mercato, sono diminuite da 1,93 a 1,87 milioni di ettolitri (-3,2%), segnando tuttavia una crescita a valore del 10%, complice un significativo aumento del prezzo medio a +14%. E’ tuttavia il segmento dello sfuso a rivelare i dati più significativi, raddoppiando largamente i volumi (+128%) e toccando quota oltre un 1 milione di ettolitri e, nell’ambito dei valori, segnando addirittura un +127% rispetto al 2010, per un giro d’affari di 85 milioni di dollari, con un prezzo medio a litro pressoché invariato a 0,83 dollari. Ci si riallinea così ai valori del 2008.
Molto buona poi la performance del segmento spumanti che rappresenta un mercato ristretto per quanto riguarda i volumi, 4,4 mila ettolitri (+20%), ma in grado di generare 21 milioni di dollari di fatturato (+32%) grazie anche all’incremento del prezzo medio a 4,8 dollari per litro (+9,8%) rispetto all’anno precedente. Di segno negativo l’andamento, invece, nella tipologia brick: sia per volume (-26%) sia per valore (-26%). Per quanto riguarda il dettaglio dei mercati di destinazione, gli Stati Uniti si confermano il primo posto con 7 milioni di casse da 9 litri, 638 mila ettolitri, (+1,9%) e un fatturato pari a 257 milioni di dollari. In seconda posizione c’è il Canada che segue molto a distanza con 2 milioni di casse e un trend negativo sia a volume (-14%) sia a valore (-2,6%). In terza posizione il Brasile la cui domanda di vino argentino cresce (+1,3%), generando un fatturato di circa 64 milioni di dollari (+18%).
Il paese rivelazione del 2011 è la Cina che ha messo a segno un +47% a volume e +68% a valore facendo incassare agli esportatori argentini 16 milioni di dollari. In questo scenario internazionale le esportazioni argentine perdono terreno in Olanda (volumi a -14%), ma il giro d’affari limita i danni perdendo solo l’1%. Maglia nera alla Danimarca dove il calo dei volumi è del 29% e anche gli incassi ne hanno risentito perdendo il 10%.
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