Di recente alcuni vini italiani esportati negli Usa sono stati oggetto di indagine da parte del TTB (Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau) e ritenuti non idonei alla vendita negli Usa perché contenenti tracce di Penconazolo.
Il penconazolo è un fungicida ammesso per l’uso sulla vite dalla UE ed è contenuto in alcuni prodotti regolarmente registrati e utilizzati in Italia; la UE ha fissato un LMR di 0,2 mg/l.
Gli Usa, invece, non hanno prodotti registrati e non hanno fissato un LMR per questo principio attivo. La politica del TTB nel caso di principi non autorizzati è quella di considerare il prodotto adulterato, e non ne consente lo sdoganamento e la vendita.
Il metodo utilizzato dai laboratori del TTB consente di rilevare il penconazolo nel vino a partire da 0,001 mg/l e quantificarlo a partire da 0,0033 mg/l (cifr SSD:TM:201 rev 2 8/6/2009), quindi anche tracce molto basse.
Sentito anche il parere delle aziende produttrici di agrofarmaci, per l’annata 2012 si consiglia ai viticoltori che producono per l’esportazione negli Stati Uniti di trattare i vigneti con prodotti contenenti Penconazolo solo entro la fase di fine fioritura/allegagione della vite e non in periodi successivi, onde evitare il minimo residuo.
Le aziende che stanno esportando attualmente vini in Usa e vogliono verificare l’idoneità dei propri prodotti possono rivolgersi ai laboratori di Unione Italiana Vini, che utilizzano un metodo con un limite di rilevabilità di 0,001 mg/l come quello utilizzato negli Usa.
Per ulteriori informazioni: Roberta Danzi/Silvia Marchesini – Laboratori Analisi Unione Italiana Vini Verona – tel 045-8200901
Si consiglia inoltre di rivolgersi ai propri fornitori per maggiori informazioni e chiarimenti