Terminato da pochi giorni, a Barolo (Cuneo), il festival Collisioni. Un successo messo in risalto da un’affluenza strepitosa: più di 70.000 partecipanti che hanno potuto godere della presenza di ospiti prestigiosi, quali premi Nobel, scrittori di fama mondiale, musicisti sensazionali e allettare i sensi con proposte enogastronomiche di primissimo livello. Per l’occasione, infatti, il Friuli Venezia Giulia, con il Consorzio delle Doc Fvg ed Ersa, ha proposto ai visitatori i magnifici vini bianchi del territorio: particolarmente apprezzati la Ribolla gialla spumante e il Friulano.
Ma il festival ha rappresentato soprattutto l’occasione per l’anteprima di un gemellaggio importante, quello tra i migliori vini bianchi del Fvg e il rosso Barolo. L’iniziativa è stata presentata durante il dibattito “Costretti a fare qualità”, dove le parole della presidente friulana, Debora Serracchiani, hanno definito con precisione il quadro di riferimento in cui si inserisce questa azione. «Il Fvg – ha detto la presidente -, ritiene che l’agroalimentare di qualità sia e debba diventare sempre più un anello trainante dell’economia e che le sinergie collaborative messe in atto tra le componenti produttive di questo settore non siano più solo auspicabili, ma necessarie nel momento in cui ci si confronta con il mercato globale. Poter condividere strategie e confrontarsi con partner di prestigio porterà senz’altro fruttuosi risultati».
All’incontro partecipavano una rappresentanza dei viticoltori e dei ragazzi delle Scuole di enologia delle due regioni. La presenza degli studenti, che si apprestano a entrare come soggetti produttivi nel mondo della viticoltura, ha dato all’evento una vena ulteriore di freschezza. I ragazzi e i produttori hanno portato, ognuno per quanto riguarda la propria regione, la testimonianza del ruolo che la viticoltura riveste quale attività produttivo/economica trainante per entrambe le realtà territoriali seppur storicamente sviluppata in tempi diversi: per il Piemonte nella metà dell’800; per il Fvg negli anni 70 del ‘900, e in diverse componenti sociali. In Piemonte fare vino e il vino stesso era legato alla nobiltà mentre in Fvg sono i contadini che pongono le basi di questa attività, per necessità proprie o al massimo per un commercio locale. Solo il tempo, l’impegno e la scelta di puntare sulla vinificazione in bianco hanno permesso alla viticoltura friulana di ottenere i risultati odierni.
Per testare su di un pubblico attento e qualificato la validità del gemellaggio sono state proposte delle degustazioni guidate dove i protagonisti erano le migliori etichette di bianchi friulani assieme ai grandi Barolo, anche di annata. L’apprezzamento espresso dagli ospiti davanti alla possibilità di degustare insieme i vini del Nord Est e quelli del Nord Ovest, infine, ha convinto i produttori delle due regioni a presentarsi assieme nelle capitali europee nelle prossime tappe del “Friulano on tour”.