Il Brasile continua a essere un mercato problematico per l’Italia. Sul fronte dei vini in bottiglia, chiudiamo l’anno con una perdita volumetrica importante, -17%, dovuta prevalentemente all’aumentato prezzo medio delle nostre forniture, salito forse un po’ troppo repentinamente (+22%, a 3,88 dollari di media). Il saldo a valori è praticamente invariato rispetto al 2012 (+1%), contro invece performance in aumento per Francia (+8%) e Spagna (+16%).
Anno non buono nemmeno per i leader di mercato cileni, scesi sia a valore che a volume, ma ancora peggio fa l’Argentina, sotto dell’11%. In netta controtendenza i vini portoghesi, che tagliando i prezzi (e pure vistosamente, -33%), pareggiano i conti con il 2012, ma portando quasi il 50% di volume in più. Il totale import bottiglia chiude in passivo, a un totale di 254 milioni di dollari.
Peggio le cose vanno per noi sul fronte spumanti, dove il leader di mercato Francia – tagliando i prezzi – conferma i 23 milioni di dollari esportati nel 2012, aumentando le forniture a volume dell’11%. L’Italia perde il 15% in vaore e il 13% a volume, nonostante i listini abbiano limato il 2%. Male anche la Spagna, con performance simili all’Italia. Chiusura del mercato in passivo dell’8%, a 35 milioni di dollari.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane brasiliane