La Regione Veneto si è messa di traverso e ha posto il veto sull’approvazione in conferenza Stato-Regioni del decreto sui controlli dei vini a Dop e Igp. In particolare, secondo quanto confermato dall’ufficio stampa dell’assessore regionale al Bilancio, Roberto Ciambetti (Lega), presente alla conferenza, il nodo su cui si è incagliata l’approvazione è quello dei costi: troppo onerosi, il piano delle Igp rischia di compromettere la tenuta e la competitività delle imprese. La proposta veneta, a quanto si è appreso, sarebbe quella di differenziare il piano dei controlli per le Igp introducendo controlli a campione per alcune tipologie di vino di maggiore interesse e diffusione (per il Veneto, si sta parlando in particolare di Igp Veneto, delle Venezie, Veneto Orientale, Verona, Marca Trevigiana).
La discussione è quindi rimandata di un mese, ma è chiaro che l’ulteriore proroga, interessando anche i vini Dop, rischia di far slittare l’applicazione del decreto per la prossima campagna anche per le queste ultime, nonostante per tale categoria ci sia ormai condivisione delle procedure di controllo, dopo l’ultima (e pareva ormai definitiva) rettifica operata nell’ultima conferenza Stato-Regioni a seguito di rilievi migliorativi proposti da Abruzzo e Toscana.
Ci preme fare un’annotazione: premesso che la proposta della Regione Veneto, così formulata, è inammissibile a livello legislativo, perché i regolamenti comunitari non ammettono eccezioni all’interno di una tipologia di prodotto, quindi se un piano è sistematico o a campione, lo è per tutti, quello che stupisce è il fatto che ormai da più di un anno si fanno tavoli di concertazione al ministero tra Icqrf, Regioni e filiera per giungere alla stesura di un testo che sia frutto di condivisione e che coniughi rigore in fase di controllo, certezza e al tempo stesso il minor impatto in termini di burocrazia e costi: se la Regione Veneto era in linea di principio contraria – come pare oggi – al piano per le Igp così come formulato per una serie di ragioni che possono o meno essere condivisibili, perché non palesare sin dall’inizio questa volontà?