I mesi di settembre e ottobre sono stati particolarmente soleggiati nella campagna inglese. La frequenza delle giornate di sole è stata tra il 15 e il 25% maggiore rispetto alla media. Ciò ha contribuito a garantire un buon raccolto, paragonabile, secondo quanto dichiarato da alcuni viticoltori della regione ad Harpers, a quelli del 2010 e del 2013, ma di migliore qualità.
Un report della Wine & Spirits Trade Association (WSTA) conferma questo dato, indicando inoltre che l’industria del vino inglese dovrebbe raggiungere il valore record di 100miloni di sterline quest’anno. Il settore è in piena espansione: se lo scorso anno sono state prodotte 6,3 milioni di bottiglie, WSTA stima che si raddoppierà, arrivando a 12 milioni di bottiglie, entro il 2020.
A oggi, tra Inghilterra e Galles, si contano circa 470 vigneti e 135 cantine ma l’HMRC (Her Majesty’s Revenue and Customs, dipartimento non ministeriale del governo della Gran Bretagna, responsabile della riscossione delle tasse) ha ricevuto lo scorso anno 65 nuove richieste di approvazione da parte di 65 potenziali nuovi produttori di vino, più doppio di quelle ricevute nel 2012-2013.
Le regioni di Galles e Inghilterra hanno un potenziale di circa 75mila acri di terreno adatto alla coltivazione della vite, superficie paragonabile per estensione a quella della Champagne.
Quasi il 70% del vino prodotto nel Regno Unito è sparkling.
FEB