Al passo con il boom economico cinese, anche il turismo in uscita dalla Cina decolla. E un Paese con così tanti abitanti, si sa, farebbe gola a qualsiasi operatore di incoming. Nel 2014, per la prima volta, è stata superata quota 100 milioni di persone che hanno viaggiato all’estero. Di questi, però, quasi il 90% resta in area asiatica, Hong Kong e Macao innanzitutto, ma anche Corea del Sud e Giappone.
Quelli che si spostano a lungo raggio scelgono prevalentemente l’Europa, che ha segnato circa 4 milioni di presenze nel 2014, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente. Purtroppo però l’Italia ne ha intercettati pochi, in rapporto alle proprie potenzialità. Il numero esatto non si conosce, ma si può ipotizzare tra gli 800 e 900 mila, forse in crescita nel 2015 grazie al richiamo di Expo Milano.
Con l’euro debole, tuttavia, è possibile che in un prossimo futuro il deprezzamento della moneta possa attirare ancora più turisti cinesi, come conferma un sondaggio pubblicato da Sina.com.cn, come è già successo per i viaggi in Giappone.
Il viaggiatore tipo cinese è giovane, ha meno di 35 anni (due terzi dei viaggiatori), cerca informazioni sul web (in lingua cinese per lo più), ama organizzare parte del viaggio autonomamente e condivide le esperienze di viaggio sui social media cinesi come Weibo, Wechat, QQ e così via. Nella stessa indagine che ha tracciato l’identikit emerge il desiderio di questi turisti di trovare più siti web in lingua cinese e informazioni turistiche diffuse anche sui social network cinesi, fattore su cui l’Italia è ancora molto indietro.
Il turismo enogastronomico è oggi uno dei settori più richiesti dai cinesi che viaggiano all’estero, con i wine tour in prima fila. Quindi i produttori di vino italiani sono di fronte a uno scenario molto allettante per far conoscere i propri prodotti, per esempio con visite in cantina con degustazione, che potrebbero sfociare in un interessante passaparola sui social network da parte degli stessi turisti, aprendosi una breccia su quel mercato. Naturalmente per realizzare tutto ciò ci sarebbe bisogno di un lavoro di equipe sul territorio, che coinvolga le aziende di promozione turistica, i consorzi vinicoli, le strade del vino e così via. Nell’articolo integrale, pubblicato sul numero 32 de Il Corriere Vinicolo, trovate i dettagli delle ricerche da cui sono tratti i dati riportati in questo testo, nonché gli esempi di Paesi esteri produttori di vino che hanno già colto questa tendenza e organizzano tour enogastronomici per cinesi, dalla California alla Nuova Zelanda. E un’indagine fra tour operator, agenzie di viaggio e operatori di settore cinesi che danno i loro suggerimenti per promuovere il nostro Paese, ancora piuttosto sconosciuto in Cina.
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Perfetto!!! Ci voleva proprio