Pur piccolo e di nicchia, il mercato filippino per il vino sta riservando qualche piccola soddisfazione agli operatori che vi si sono avventurati. Negli ultimi sette anni il valore delle importazioni di prodotti in bottiglia è quasi raddoppiiato, passando da poco più di 9 a 17 milioni di dollari, per volumi cresciuti in maniera più rallentata (da 8 a 11 milioni di litri), segno che, come abbiamo visto per il mercato thailandese, i consumi si stanno gradualmente spostando verso vini di qualità più elevata.
Tuttavia, non siamo ancora a livelli stratosferici. Il prezzo medio dei vini importati non supera i 2 dollari al litro, con picchi per i vini neozelandesi a 3,60. Tra i big suppliere, è l’Australia quella messa meglio, con un valore d’ingresso di 2,50 dollari, mentre l’Italia viaggia in coda, a 1 dollaro circa, in compagnia della Spagna. Segno che qui il lavoro da fare è tantissimo.
La classifica dei fornitori vede in testa gli Stati Uniti, con poco meno di 6 milioni di dollari, seguiti dagli australiani a 3,7. Quindi Spagna, le riesportazioni singaporegne, Cile, Francia e Italia, con 600.000 dollari circa di valore.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane filippine