Elizabeth “Liz” Thach, Ph.D, Professore di Management and Wine Business alla californiana Sonoma State University e Master of Wine ha nei giorni scorsi pubblicato sul suo blog un’interessante post Trends in the US Wine Industry for 2014 – Sunny Cellars with Some Cobwebs. Si tratta di una recensione, sintetica ma ricca di dati, del mercato del vino statunitense tra 2013 e 2014. Fonte delle informazioni Wine Marketing Council, Nielson, Silicon Valley Bank, Rabobank, Euromonitor, ShipCompliant, GuestMetrics, OIV, Wine Institute, Wine.com and Frederickson at the Unified Wine Symposium.
Nei mesi scorsi il Corriere Vinicolo ha già pubblicato, sulle sue pagine cartacee e web, gran parte dei dati che riportiamo brevemente qui di seguito, con lo scopo di fornire uno sguardo riassuntivo sullo stato delle cose in uno dei più grandi e importanti mercati internazionali del vino.
Vendite 2013. 370 milioni di casse, con un incremento del 2,7% sull’anno precedente e per un valore dei 36 miliardi di dollari (+5%). Gli Usa sono oggi il più grande mercato del vino al mondo per ricavi. Il 33% delle vendite è attribuibile a vino importato, il 58% a vino californiano, mentre il restante 9% ad altro vino USA. Negli ultimi 21 anni le vendite di vino sono cresciute con un tasso annuo tra il 2 e i 3%.
Consumi. Gli Stati Uniti sono il secondo Paese al mondo per consumi dopo la Francia. Circa il 44% degli statunitensi adulti beve vino, il consumo procapite è di 11 litri all’anno (al 36° posto a livello internazionale).
Trend di consumo per età e sesso. Tra i bevitori il 15% è bevitore abituale (beve vino almeno una volta alla settimana), il 29% è bevitore occasionale. Il 55% è di sesso femminile, cresce tuttavia negli ultimi anni il numero di uomini consumatori di vino. I Babyboomers (nati tra il 1945 e il 1964) sono ancora la maggioranza tra i bevitori, al secondo posto i Millennials (21 – 36 anni). Le principali motivazioni di consumo sono: gusto, abbinamento al cibo, possibilità di socializzare con gli amici, relax.
Trend e prospettive per il 2014. Le varietà più popolari nel canale off-premise sono: Chardonnay, Cabernet Sauvignon, Pinot Grigio, Merlot. Gli sparkling e soprattutto il Prosecco continuano a essere popolari, al contrario perdono consensi lo Syrah e il White Zinfandel.
La birra artigianale cresce più del vino e gli esperti suggeriscono all’industria vinicola di rinnovarsi per non perdere competitività.
Il costo ritenuto adeguato per una bottiglia di vino va dai 9 agli 11,99 dollari ma gli americani sono sempre più propensi a spendere di più in vino.
Canali di distribuzione. L’80% del vino è venduto nell’off-premise, il 16% nell’on-premise, il resto delle vendite è attribuibile al DTC (Direct to Consumer) e al Direct to Trade. Le vendite on line sono cresciute lo scorso anno del 17%, ma contano ancora solo per l’1,5% in quelle totali. Le tre più grandi compagnie vinicole al mondo E&J Gallo, Constellation e The Wine Group sono americane e valgono il 51% di questo mercato. I produttori USA contati da Wine Business sono oggi 7762.
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