Il carovita resta ancorato a maggio all’1,1%, in un contesto di crescita piatta dei prezzi su base mensile. Ma l’inflazione alimentare accelera al 3,1%, dal +2,7% di aprile, incorporando i forti rincari dei prodotti non lavorati (la frutta fresca è aumentata in un mese del 6,8%, facendo segnare su base annua un balzo in avanti del 9,4%)
Con maggio si è interrotto, per la prima volta da sette mesi, il percorso di rientro dell’inflazione iniziato a ottobre dello scorso anno. La dinamica dei consumi, ancora fortemente negativa, dovrebbe tuttavia continuare a contrastare un improbabile scenario inflazionistico, poco realistico nelle condizioni economiche attuali, anche in considerazione dei movimenti ribassisti rilevati sui mercati delle commodity, che hanno coinvolto nella spirale negativa l’intero comparto energy.
Le risultanze di maggio, per stessa ammissione dell’Istat, si inseriscono del resto in un quadro di generale attenuazione delle tensioni inflazionistiche, in un contesto ancora deflattivo per i beni energetici, carburanti in primis, i cui prezzi in un mese hanno ceduto l’1,7%, archiviando un meno 2,4% a distanza di un anno.
Resta il fronte caldo degli alimentari, in un quadro di ulteriore inasprimento delle tensioni anche sui prezzi delle bevande alcoliche, vini inclusi, con la dinamica tendenziale che a maggio si portata al +3,2%, dal 3,1% di aprile, toccando il picco dal giugno 2012.
Nel dettaglio, restano stazionari gli spirits (+1,6% su maggio 2012), mentre vini e birre accelerano al 4,4 e all’1,3%, contro aumenti su base annua rispettivamente del 4,3% e dall’1,1% segnalati ad aprile.
La dinamica mensile restituisce per l’intero aggregato delle referenze vinicole un incremento dei prezzi al dettaglio di mezzo punto percentuale, leggermente più attenuato rispetto al più 0,6% di aprile. Il tasso di crescita tendenziale balza invece al 4,4%, dal +4,3% del mese precedente.
Sono ancora i vini comuni, con un aumento su base annua dell’8,2%, a trascinare al rialzo i listini dell’intero reparto enologico, anche se la crescita mensile rallenta dall’1,1% di aprile allo 0,8%.
Situazione invariata per i prodotti di qualità, che su base annua confermano il più 2,3%, mentre viaggiano a un passo più spedito gli spumanti, rincarati in un anno del 2,5% (ad aprile il confronto su 12 mesi indicava un aumento del 2,3%).
Resta comunque confermata, per i prossimi mesi, la previsione di un graduale rientro delle tensioni sui prezzi al consumo dei vini. Maggio ha anche decretato un’ulteriore limatura delle quotazioni sui circuiti all’ingrosso, in un mercato che ha manifestato cedimenti soprattutto per le etichette da tavola.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat