Prima di tutto c’è il Prosecco. Ancora una volta, lo scrive Nielsen in un recente report, la nostra DO veneto-friulana è la chiave di volta delle tendenza di consumo di vino negli Stati Uniti, grazie soprattutto alle preferenze da parte dei bevitori più giovani.
Seguono, tra le tendenze principali, la lieve crescita dei consumi di sangria e di vino da tavola venduti a presso superiore ai 9 dollari per bottiglia.
Le fasce di prezzo che portano i maggiori volumi sono oggi quella tra i 9 e i 15 dollari a bottiglia e quella dei vini con un prezzo superiore ai 20 dollari a bottiglia.
La preferenza per i blend è un’altra tendenza di particolare importanza negli attuali consumi americani di vino; secondo quanto rilevato da Nielsen, attraverso una serie di domande poste ai consumatori Usa, la ragione della loro popolarità starebbe soprattutto nella fatto che i blend si dimostrano prodotti ideali per avvicinarsi al vino, sono poi considerati particolarmente interessanti da parte dei Millennials (circa 70 milioni di consumatori ad oggi), oltre ad avere un buon rapporto qualità-prezzo.
Gioco a parte fanno le preferenze dei consumatori ispanoamericani, più orientati verso i vini varietali.
Piace il vino importato dalla Nuova Zelanda, dall’Argentina, dall’Italia e dalla Francia, mentre, a piccoli passi tornano timidamente a catturare i gusti americani anche vini australiani.
Infine, non si può chiudere questa veloce carrellata sulle tendenze di consumo Usa senza citare la sempre maggior popolarità dei vini Premium venduti in Bag in Box da tre litri, tipologia di confezionamento per la promozione della quale sono da tempo in atto importanti operazioni di marketing.
FEB