L’attenzione di chi si occupa di mercato internazionale del vino per la categoria rosati sta crescendo insieme ai consumi. Secondo Nielsen, ad esempio (ne avevamo parlato qui), negli Stati Uniti quella dei rosati è oggi tra le categorie più dinamiche del mercato, con una crescita delle vendite del +53% nelle 52 settimane precedenti lo scoro 22 aprile (e del +70% nelle quattro settimane precedenti lo stesso termine) che offusca quella ben più lenta della più generale categoria table wine, vino fermo, che avanza del +4% (la quota dei rosati nelle vendite usa di vino fermo è oggi del 1,5% circa).
Di vino rosato si è occupato anche il Wine Market Council, che ha pubblicato nei giorni scorsi il report Rosé Wine Consumer Survey, condotta in collaborazione con Survey Sample International (SSI), coinvolgendo oltre 800 consumatori americani adulti (età superiore a 21 anni), consumatori abituali di vino (almeno una volta la settimana) e consumatori occasionali di rosati.
Il 60% dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di bere vino rosato regolarmente nel corso dell’anno, mentre il 23% ha invece dichiarato di bere vino rosato soprattutto nei mesi più caldi dell’anno. Solo il 12% ha invece risposto di consumare vino rosato sporadicamente durante l’anno, mentre il 5% di avere qualche occasione di berne ma non necessariamente nei mesi più caldi.
Un’altra delle domande poste da SSI ai partecipanti al sondaggio è stata: quale vino scegliereste al posto di un vino rosato se aveste voglia di berne ma non fosse questo disponibile? Ne è emerso che, tra le dieci tipologie proposte, le percentuali di risposta sono state: Moscato 38%, Chardonnay 36%, Pinot Grigio 32%, Red Blends 31%, Riesling 29%, White Blends 29%, Pinot Noir 28%, Champagne (o altro vino sparkling) 28%, Sauvignon Blanc 21%, Gewurztraminer 10%.
FEB