In un precedente articolo ci siamo occupati di calcolare quanto possa valere un ettaro di vigneto che produce vino destinato esclusivamente all’export. L’analisi aveva incrociato i dati storici dei maggiori Paesi produttori: volume produttivo, superficie vitata, rapporto produzione/export, export in valore e volume. Da questi dati, riparametrando il rapporto dell’ettarato globale in funzione della variabile export, si è calcolato il valore ipoteticamente generato da un ettaro di vigna progettato per produrre vino da spedire all’estero. Nell’articolo l’export preso in considerazione per ogni Paese comprendeva l’aggregato vino in bottiglia, spumante e sfuso, in questo invece ci concentriamo solo sul segmento bottiglia, e vediamo che i valori divergono sensibilmente, specialmente per l’Italia, che perde un posto, scivolando in terz’ultima posizione, con un valore a ettaro di circa 22.000 dollari. Peggio fanno solo Argentina (19.000) e Spagna, poco più di 8.000 dollari. In testa alla classifica balza la Nuova Zelanda, con oltre 39.000 dollari generati da ogni ettaro destinato a vino da export, seguita da Usa e Australia, accomunate da un valore di 36.000 dollari. Un migliaio di dollari in meno per un ettaro di vite piantato in Francia, e 30.000 dollari scarsi per Cile e Sudafrica.
Andando ad analizzare il rapporto produzione/export, sempre circoscrivendo l’analisi al segmento confezionato, la Nuova Zelanda si conferma in testa, con il 63% nel 2012 e una media decennale del 48%, il doppio dell’Italia, che comunque tra 2003 e 2012 ha visto migliorare il peso dell’esportato in rapporto al potenziale, passando dal 19 al 31%. In coda alla classifica sono gli americani, con una percentuale bassissima di export in rapporto alla produzione, il 9%, ma come abbiamo visto bastevole a far rendere ogni ettaro al massimo. Sugli stessi livelli medi degli americani stanno gli spagnoli, ma con una rendita a ettaro infinitamente inferiore. Alta anche la propensione cilena all’export, ormai prossima alla metà della produzione.
Nel periodo preso in esame, sempre il decennio che va dal 2003 al 2012, i Paesi che più hanno visto incrementare il valore/export del proprio vigneto sono ancora quelli del Nuovo mondo: in testa gli Stati Uniti (+14%), poi Cile (+9%), Sudafrica e Nuova Zelanda, sopra il 7%, e l’Argentina a +5%. I grandi Paesi europei sono relegati in fondo, con la crescita maggiore imputata alla Francia (+5%), e magre performance per il vigneto italiano, cresciuto in valore di poco più del 2%. La Spagna è addirittura in regresso, con un -1%.
Qui di seguito i grafici relativi all’andamento tra superficie vitata ipoteticamente dedicata all’export di vino confezionato e valore export, sempre confezionato.
Fonte: Corriere VInicolo su dati istituti nazionali di statistica e associazioni dell’industria locale. Gli ettari sono stati ricalcolati prendendo a riferimento la quota export confezionato sul totale produttivo di ogni Paese