La Wine and Spirit Trade Association (WSTA) è stata protagonista, nel corso dell’ultimo Vinexpo Bordeaux (18-21 giugno 2017) della conferenza The post-Brexit wine and spirits market (qui il conference report completo in lingua inglese). Tema dell’incontro gli effetti della Brexit sul mercato internazionale del vino e dei distillati.
A prendere la parola per l’associazione, che riunisce più di 300 tra produttori importatori esportatori e commercianti di vino e superalcolici del Regno Unito, il suo Ceo Miles Beales ha sostenuto che oggi il settore non deve tanto fare affidamento sui politici impegnati, piuttosto rimanere unito e creare una strategia d’insieme. lo riferisce un comunicato della stessa WSTA. Oggi circa il 50% del vino in ingresso nel Regno Unito proviene dall’UE ed è dunque fondamentale, nell’interesse di entrambe le parti, che il flusso commerciale rimanga intatto. E quindi necessario che ci sia un periodo di transizione che permetta la stipula di accordi doganali nuovi e condivisi.
In ottica di reciproco interesse, Miles Beales ha sottolineato che il Regno Unito è un mercato incredibilmente importante per l’industri del vino dell’Unione Europea. Il 25% di tutte le esportazioni di vino dall’UE ha come destinazione proprio l’UK. Gli scambi con la Francia, primo fornitore in assoluto, hanno raggiunto nel 2015 il valore di un miliardo di sterline.
Altra faccia della medaglia il fatto che il Regno Unito è il più grande esportatore del mondo di superalcolici; da qui provengono il 45% delle importazioni UE di spirits in volume e il 33% di quelle in valore, che valgono 1,6 miliardi di sterline.
FEB