Non siamo ancora ai livelli di qualche anno fa, quando causa vendemmia ai minimi andammo a recuperare vino un po’ dappertutto. Però le lancette incominciano a girare al rialzo, e a tutto marzo abbiamo importato oltre 600.000 ettolitri di vino sfuso, per una crescita dell’8% rispetto al gennaio-marzo del 2014. I valori sono perrò ancora fermi ai livelli dell’anno scorso, 30 milioni di euro circa, dovuti al fatto che la Spagna, nostro primo fornitore, ha ancora abbondanti scorte da piazzare. Si segnala – oltre al calo delle forniture americane reindirizzate in UK da una nota multinazionale con base in Nord Italia – l’aumento delle spedizioni dall’Australia e – caso davvero straordinario – la comparsa della Germania come fornitore di sfuso: 21.000 ettolitri a marzo, contro quantità risibili rispetto al 2014, per un prezzo di 35 centesimi al litro. Che sia vino spagnolo rimasto in eccedenza in qualche cantina tedesca e rimesso in circolo dal Brennero è l’ipotesi più probabile.
In aumento anche le forniture dalla Romania, dall’Argentina e dal Cile, ma siamo ancora agli inizi.