Dopo aver esaminato le principali destinazioni dei vini Dop, Igp e frizzanti, oggi puntiamo l’attenzione sulla spumantistica, con l’avvertenza che si parla di quadrimestre, mentre le tre analisi precedenti si fermavano a marzo.
Allora, a volumi è un testa a testa tra Germania e Stati Uniti, separati da una manciata di ettolitri. Il grosso in America è fatto da vin Dop, mentre in Germania a tirare il “carro” è l’Asti. Terzo mercato, per volumi, è il Regno Unito, anch’esso dominato dagli sparkling a denominazione di origine (leggi Prosecco). Poi, un po’ a sorpresa a dir la verità, c’è la Francia, che ricambia la cortesia dello Champagne ch si bevono gli italiani importando oltre 24.000 ettolitri di bollicine tricolori, in gran parte comuni. Seguono Svizzera e Russia.
Venendo ai valori, la terna di testa non cambia: Usa, Germania e UK. Svizzera e Giappone scavalcano la Francia, mentre la Russia scende a al decimo posto. Poca roba ancora la Cinaa, 1 milione di euro circa, per lo più fatto da vini comuni e varietali.
Sul fronte prezzo medio di vendita, la classifica ovviamente si ribalta: la Russia, con poco più di 2 euro al litro, va all’ultimo posto, sopra c’è la Cina e più sopra ancora la Francia.
In testa, sorpresa delle sorprese, c’è l’Irlanda, che con 5,77 euro al litro di media è il Paese che paga di più le nostre bollicine. Quindi Olanda, GFiappone, Svizzera e Hong Kong. Per ritrovare i tre big buyer, bisogna scendere sotto la cintola della classifica: usa a 3,38 euro, UK a 3,10 e Germania a 3,05.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat
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