Il commercio mondiale degli spumanti vale un giro d’affari di 5,5 miliardi di dollari. Affari per la stragrande maggioranza fatti dai francesi, che grazie agli Champagne governano quasi il 60% del totale. Francesi che però nel corso dell’ultimo quadriennio hanno sperimentato una flessione sulla colonna dei valori, valutabile attorno al 3% (misurata come Cagr, tasso di crescita composto annuo). La flessione delle etichette d’Oltralpe tira giù anche la performance generale, che sul periodo 2008/12 vede una flessione del 2% (tra 2012 e 2011 invece il dato – secondo le stime effettuate dal nostro giornale – è stabile).
L’Italia invece tiene salda la seconda piazza a valori, portandosi a casa un incremento di lungo periodo del 4%, mentre i Cava spagnoli, pur in crescita nell’ultimo anno, alla distanza archiviano un -3%. Bene invece la spumantistica tedesca (+6%) e quella statunitense (+15%), ma qui i valori assoluti incominciano ad assumere dimensioni abbastanza ridotte.
Nota: dati 2012 dei Paesi citati definitivi, dato totale stima, non essendo ancora disponibili i dati di tutti i Paesi
Sui quattro anni, la Francia registra un alleggerimento del suo peso rispetto al totale scambi: nel 2008 stava a ridosso del 60%, nel 2012 i punti persi sono quindi 2. Punti guadagnati dall’Italia, che passa dall’11,5% al 15%, mentre la Spagna è praticamente immobile al 10%, dopo aver sperimentato un balzo all’11% nel 2009. Impalpabile il ruolo degli altri Paesi, dall’Australia agli Usa, passando per Ucraina e Moldova, grandi fornitori di bollicine sul mercato russo.
Infine uno sguardo all’andamento a volumi, dove il nostro Paese, grazie anche al consolidamento del fenomeno Prosecco, vede un’accelerazione poderosa delle esportazioni a partire dal 2010, con il raggiungimento del primato assoluto, davanti a Spagna e Francia. I volumi globali spediti dall’Italia nel mondo si attestano oggi a 185 milioni di litri, equivalenti a un balzo del 9% annuo dal 2003 al 2012. Se gli sparkling italiani fossero una blue chip, si sarebbe guadagnato bene investendovi.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati istituti nazionali di statistica, dogane e Istat per l’Italia
Nota: dalla lista dei Paesi è stata esclusa Singapore, che riveste un ruolo di riesportatore netto verso il continente asiatico.