Nell’anno terminato a giugno, le vendite di vino e di superalcolici nell’on-trade statunitense (bar, ristoranti, alberghi) hanno fatto segnare uno sviluppo positivo, rispettivamente del +1.5% e del +1,6%, mentre il commercio di birra si è contratto nello stesso canale di vendite di oltre il 2%.
Nielsen, responsabile di questi dati (che vi citiamo via The Drinks Business), ha registrato una simile tendenza anche nel mercato delle vendite al dettaglio. Nell’off-trade, nelle stesse 52 settimane, le vendite di vino sono cresciute dell’1,4%, quelle di superalcolici del 2,2% mentre quelle di birra sono rimaste stagnati al +0.1% (si legga anche qui in merito alle vendite di vino nelle rivendite tracciate da Nielsen).
La buona salute del mercato del vino negli Stati Uniti è confermata anche dai dati di IRI – bw166, secondo cui le vendite totali di vino nel luglio 2017 hanno accumulato un valore di 2,8 miliardi di dollari (+4% sul luglio precedente), portando il fatturato dei dodici mesi a luglio a 41,4 miliardi di dollari, il 6% in più rispetto all’anno precedente (fonte per noi di questi e dei seguenti dati è il Wine Industry Metrics di Wines&Vines).
In particolare cresce del 2% nel mese di luglio, e del 4% nell’anno allo stessa data, il settore off-premise (rivendite tracciate da IRI). La parte del leone in questa crescita è fatta dai vini fermi di produzione locale (quindi soprattutto California) che contano per il 95% delle vendite. Registrato un buon incremento delle vendite anche per gli sparkling locali, +5% in un anno.
Continua intanto lo sviluppo positivo del canale delle vendite dirette al consumatore DtC (si veda in proposito quanto detto qui all’inizio di quest’anno). Le vendite Direct to Consumers si sono cresciute infatti del +23% a luglio sullo stesso mese dell’anno precedente, e del +18% in 12 mesi, totalizzando a fine luglio un fatturato annuo di oltre 2,5 miliardi di dollari.
FEB