Progredisce il mercato americano a giugno. Secondo i dati Nielsen (che monitora circa il 70% del settore off-premise), nelle 13 settimane chiuse al 20 giugno il totale vino è salito del 5%, a 3,1 miliardi di dollari, per un volume stabile di 39 milioni di casse. Buona la progressione del segmento 0,75 (+6%), mentre continuano a progredire in maniera molto decisa i formati più grandi: 1 litro (+33%), e i bag-in-box cosiddetti “premium”, saliti del 18%, per un fatturato di poco meno di 100 milioni di dollari.
A livello di Paesi, i vini locali chiudono con una discreta progressione in termini di valore (+5%), a fronte di volumi cresciuti del 2%, mentre la performance migliore tra i vini d’importazione spetta ancora ai neozelandesi, capaci di unn +16%. L’Italia chiude il periodo con una crescita valoriale del 7%, a 273 milioni di dollari, per volumi saliti del 5%, a 2,5 milioni di casse. Bene anche la Francia (+10%), che prosegue così il trend di riappropriazione del mercato iniziato dall’anno scorso, mentre la Spagna continua a tentennare. Sudamericani ancora in flessione, così come l’Australia e la Germania, tra i worst performer del mercato.
Uno sguardo alle varietà, dove lo Chardonnay si conferma leader dei varietal wines, anche se con una performance decisamente meno brillante del Cabernet Sauvignon, progredito dell’8%. Stessa tendenza per i vini in blend, e in aumento anche le vendite dei due Pinot: il grigio a +7% sia a volume che valore, il nero a +10%. Ottima la progressione del Sauvignon blanc, speculare alla performance neozelandese, Moscato a +5%, mentre si inceppa lo White Zinfandel (-7% a valore). Buon passo per Malbec e Zinfandel, mentre difficoltà di mercato incontrano i vini legati a doppio filo con l’Australia: Merlot e Syrah, sotto rispettivamente del 3% e del 10%.
Infine uno sguardo alle fasce di prezzo, dove continua il fenomeno di new premiumisation di cui abbiamo parlato approfonditamente sullo speciale USa uscito sul Corriere Vinicolo n. 22 (la singola copia è acquistabile su App per Ios e Android). Deboli le performance de vini fino a 9 dollari a bottiglia, con cali pesanti per la fasca super-economy, mentre grandissime progressioni a valore e volume registrano tutte le fasce premium, con il picco di +18% per quella tra 15 e 20 dollari a bottiglia.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nielsen US, tabelle non riproducibili.