Il Wine Institute of California ha rilasciato, all’inizio del mese di maggio, alcuni numeri sulle vendite di vino negli Stati Uniti nell’anno 2016, redatti a secondo i dati del Department of Commerce elaborati da BW166 con Gomberg, Fredrikson & Associates.
Totalizzate vendite per 59,5 miliardi di dollari e 399,2 milioni di casse da nove litri, il 3% in più rispetto all’anno passato. Volume questo che si suddivide in 331,7 milioni di casse di vino fermo (table wine), 41,9 milioni di casse di dessert wine (dolci e fortificati), e 25,6 milioni di casse tra spumanti e champagne.
Il 60% di questo mercato è rappresentato dai vini californiani che ancora una volta quest’anno stabiliscono un record (si vedano qui i dati del 2015). Spediti alla volta del mercato USA 238 milioni di casse di vino (+2% vs 2015), per un valore stimato in 34,1 miliardi di dollari (+4,6% vs 2015).
Se si aggiungono a queste le casse destinate al di fuori degli Stati Uniti il volume totale delle spedizioni dalle cantine californiane ha raggiunto 285 milioni di casse. L’export di vino dalla California, dunque 47 milioni di casse, costituisce ancora quest’anno il 90% di tutto l’export vinicolo statunitense, che nel 2016 vale 51,2 milioni di casse (o 4,61 milioni di ettolitri) e 1,62 miliardi di dollari.
Il più importa mercato di destinazione del vino made in Usa è l’UE28 (valore di 685 milioni di dollari); seguono il Canada (431 milioni di dollari), Hong Kong (99 milioni di dollari), il Giappone (87 milioni di dollari), la Cina (82 milioni di dollari), il Messico (24 milioni di dollari), la Corea del Sud (23 milioni di dollari), la Svizzera (19 milioni di dollari), Singapore (14 milioni di dollari) e le Filippine (13 milioni di dollari).
Commentando i dati sulle vendite di vino Californiano in USA, Jon Moramarco, fondatore e manager di BW166, ha sottolineato che questo mercato è cresciuto dai 191 milioni di casse del 2006 agli attuali 238 milioni in funzione anche della crescita della popolazione statunitense (+ 12% in dieci anni), e del fatto che ai baby boomers, tradizionalmente considerati i maggiori consumatori di vino, si siano aggiunti millennials, oggi tra responsabili della crescita dei consumi.
FEB