Più di 210 milioni le pagine aggregate su Google, 7 milioni i video e 37 milioni le immagini, oltre 2500 i blog, circa 1200 forum e community nazionali e internazionali, ben 519 mila video caricati su Youtube, oltre 2 mila le pagine e gruppi su Facebook.
Sono solo alcuni dei dati emersi da un’ indagine del Social Wine Monitor di Found! promossa da AGIVI (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani), realizzata mediante la metodologia WOA (Web Opinion Analysis) che rivelano come il vino, negli ultimi anni, sia diventato sempre più “social” e come le tribù del vino si siano adattate e abbiano dato vita alla nuova era del “Wine 3.0”.
E’ questo lo scenario di riferimento al quale il nuovo sito di Agivi (www.agivi.it) si rivolgerà. On air nelle prossime settimane, il portale al suo interno avrà il primo social network riservato e pensato per i giovani imprenditori del vino. “Abbiamo creato una vera e propria piattaforma social alla qual sarà possibile accedere con una password, dove condividere esperienze e dar vita a un vero e proprio forum di discussione attivo 24 ore su 24” -continua Carlotta Pasqua, presidente di AGIVI-.
L’indagine del Social Wine Monitor di Found! ha rivelato poi quali sono le attività e le caratteristiche di cui si discute maggiormente all’interno delle piattaforme della rete dedicate al vino. La maggior parte degli internauti appassionati di vino (49%) si informa prima di considerare l’acquisto di una specifica bottiglia. Altri (31%) chiedono consigli e suggerimenti ai sommelier o direttamente alle aziende vinicole o condividono le proprie esperienze con altri utenti (26%). Le discussioni vertono sui seguenti argomenti: ai primi posti troviamo il gusto (42%) e la qualità (32%), seguono il prezzo (24%), l’olfatto (15%) e la vista (9%).
Raccogliendo gli “humors” nella rete, è possibile notare come secondo gli utenti la creazione di siti e spazi interamente dedicati abbia in particolare favorito una “democratizzazione” del vino (51%). Altri benefici sono stati la possibilità per il consumatore di essere più critico e attivo rispetto alla comunicazione tradizionale (35%) e di confrontarsi più facilmente tra clienti.
Perché un’azienda vinicola dovrebbe usare i social media? “I dati mostrano che i Socialnetwork sono un vero è proprio fenomeno anche nel settore del vino, è quindi necessario monitorarli perché è l’unico modo per comprendere tutte le esigenze del consumatore – afferma Saro Trovato, mood maker e fondatore di Found!, la prima agenzia in Italia di mood marketing communication -”.
Come dimostrano blog, community e siti internet gestiti dai principali produttori di vino, la rete è un modo utile per ottenere analisi e informazioni sul mercato e sul consumatore (45%), per far parlare i clienti del proprio brand (37%) attraverso passaparola e viral, per fornire le necessarie informazioni ai consumatori (26%), ma soprattutto per costruire la propria identità in rete (68%).Le aziende quindi si servono dei nuovi social media per segnalare la recensione dei vini (45%) e annunciare gli eventi principali del settore vinicolo (32%). Altri benefici riguardano il poter avere un contatto diretto con i propri clienti o potenziali tali (22%) e la possibilità di creare una rete di relazioni più immediata con addetti ai lavori e appassionati di vino (17%).
Ma qual è la regione Italiana più attiva?. Il primato spetta al Veneto (54%) seguito dalla Calabria (42%), la Toscana (35%), il Piemonte (26%) e la Sicilia (19%) e i tipi di vino più citati: Barolo (52%), Amarone (44%) e Chianti (39%), seguono Montepulciano (25%), Brunello (21%) e Soave (18%).