UIV: Stop di un anno alle nuove autorizzazioni per i vigneti. Serve una riforma del sistema

Nel corso del Consiglio Nazionale svoltosi a Leverano il 6 giugno, Unione Italiana Vini ha approvato una proposta di sospensione per un anno delle nuove autorizzazioni all’impianto di vigneti, pari all’1% annuo della superficie vitata nazionale. Una misura transitoria per contenere il potenziale viticolo e avviare un confronto strutturale su rese, criteri di assegnazione e organizzazione del sistema vitivinicolo, in risposta a un mercato in contrazione.

Data:

June 6, 2025

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Comunicato stampa completo – Leverano, 6 giugno 202

VINO, CONSIGLIO UIV: NECESSARIO STOP TRANSITORIO A NUOVI VIGNETI

FRESCOBALDI: MERCATO IMPONE RIFORMA SU CONTENIMENTO POTENZIALE VITICOLO E RESE

(Leverano - LE, 6 giugno 2025). Fermare per un anno la concessione di nuove autorizzazioni all’impianto che consentono l’allargamento dell’1% del vigneto Italia (circa 6.500 ettari). È la proposta votata oggi da Unione Italiana Vini (UIV) nel corso del Consiglio nazionale della principale organizzazione di settore, che si è tenuto in Puglia ospite dell’Azienda Agricola Rocca (Leverano – LE).

“UIV – ha detto il presidente, Lamberto Frescobaldi – ritiene utile questa misura transitoria volta a contenere il potenziale viticolo, a patto che si avvii contestualmente una riforma sul potenziale vinicolo, così come sui quantitativi delle rese previste nei disciplinari e per i vini comuni. Il contesto di mercato ci impone senso di responsabilità e politiche di revisione: l’Italia a oggi è l’unico grande Paese produttore al mondo che registra una crescita del vigneto a fronte di un calo volumico della domanda a livello globale di quasi il 10% negli ultimi 5 anni”.

“Lo stop di un anno alle autorizzazioni all’impianto consentirebbe il tempo tecnico per avviare un momento di confronto e revisione del sistema con tutti gli attori coinvolti – ha sottolineato il segretario generale UIV, Paolo Castelletti –, a partire dall’introduzione di nuovi criteri di priorità che dovrebbero valorizzare la collina e la montagna, e areali che producono vini performanti sul mercato. Allo stesso tempo, sarebbe l’occasione di fare chiarezza sui dati: oggi sappiamo quanto viene assegnato ma non quanto viene effettivamente impiantato, in particolare sui reimpianti. Ma non possiamo aspettare passivamente una riforma dall’alto del nostro comparto – ha concluso –. I territori, a partire dalle aziende e dai Consorzi di tutela, devono intervenire con razionalità su questi temi e su una riorganizzazione regionale delle denominazioni. È ora di riportare il vino sul pianeta terra se vogliamo vincere la sfida della competitività e garantire ai viticoltori il giusto compenso”.

Secondo le stime dell’Osservatorio UIV, a fine della campagna viticola (il prossimo 31 luglio) il livello delle giacenze si attesterà attorno ai 42-44 milioni ettolitri di vino e mosto, l’equivalente circa un’intera vendemmia.

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Ultimo aggiornamento: June 6, 2025 1:31 PM