Da fenomeno spontaneo e frammentato a comparto economico di peso: l’enoturismo italiano è a un punto di svolta. Con 15 milioni di visitatori e un valore stimato di 3 miliardi di euro, non basta più aprire le porte della cantina nel weekend o affidarsi all’improvvisazione: occorre una “maturità imprenditoriale” capace di trasformare l’accoglienza in un business autonomo, competitivo e sostenibile.
Nel servizio pubblicato su Il Corriere Vinicolo n. 31/2025, Giulio Somma e Maurizio Taglioni raccontano il cambio di paradigma in corso attraverso il confronto con tre esperti di management e consulenza d’impresa: Matia Barciulli (How Consulting), Roberto Bandieri e Marco Manzini (Ruralset – Gruppo Gabetti).
Dalle loro analisi emerge come la crescita tumultuosa dell’enoturismo, spesso guidata dall’entusiasmo e dalla vendita diretta, non sia più sufficiente in un contesto internazionale dove Francia, Spagna o California operano con modelli organizzativi solidi e professionalità dedicate.
Il mercato interno mostra segnali di rallentamento, la marginalità delle vendite in cantina si assottiglia e la qualità dell’esperienza diventa fattore decisivo per la reputazione del brand. Da qui l’urgenza di definire piani economici, risorse formate e strategie di comunicazione integrata. “Non si può più andare avanti in modo artigianale”, sottolineano Bandieri e Manzini, mentre Barciulli richiama la necessità di far sì che l’attività si “regga da sola”, indipendentemente dal vino venduto.
Il dossier propone anche un vademecum per le imprese che intendono strutturare un’offerta enoturistica moderna e sostenibile, basata su competenze specifiche, pianificazione e investimenti coerenti con la reputazione aziendale. A supporto di questa evoluzione, il riferimento è il “Libro bianco sulle professioni del turismo enogastronomico” curato da Roberta Garibaldi, che individua figure chiave per la gestione dell’accoglienza e la valorizzazione dei territori.
L’obiettivo, spiegano gli autori, è costruire una cultura manageriale condivisa che permetta all’enoturismo italiano di consolidare la propria leadership nel mondo. Un settore che, per continuare a crescere, deve ora investire in organizzazione, formazione e visione strategica.