I dazi imposti dall’amministrazione Trump e la debolezza del dollaro stanno lasciando il segno sull’export di vino italiano negli Stati Uniti.
Nel numero 35/2025 de Il Corriere Vinicolo, l’Osservatorio del Vino UIV analizza i dati del bimestre luglio–agosto, segnando un -28% nei volumi e un calo del prezzo medio da 6,52 a 5,64 dollari al litro.
Per Paolo Castelletti, segretario generale di Unione Italiana Vini, la priorità è “una condivisione dei costi lungo tutta la filiera, dagli importatori ai distributori fino ai rivenditori”, per evitare che il peso dei dazi ricada solo sulle imprese italiane. Il pericolo, sottolinea, è quello di uno “spiazzamento” competitivo nella fascia media di mercato, dove l’Italia è più esposta alla concorrenza dei vini statunitensi.
“Come previsto – osserva il presidente Lamberto Frescobaldi – dazi e cambio hanno inciso sull’andamento del mercato. Ora serve guardare al medio-lungo periodo, rafforzando la presenza sui mercati esteri e investendo in efficienza e managerialità”.
Nel contributo firmato da Fabio Ciarla, l’Osservatorio UIV propone una doppia chiave di lettura – congiunturale e tendenziale – per interpretare un passaggio che il settore considera tra i più delicati degli ultimi anni.