Wine package, Esther Herranz García racconta il compromesso europeo per il futuro del vino
Intervista esclusiva di Giulio Somma alla relatrice del Wine package al Parlamento europeo: estirpazione, etichettatura, promozione e clima politico verso il vino dopo il Trilogo
December 27, 2025
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Wine package, Esther Herranz García racconta il compromesso europeo per il futuro del vino
Sul numero 40/2025 de Il Corriere Vinicolo trova spazio un’intervista esclusiva che consente di osservare dall’interno uno dei passaggi legislativi più rilevanti per il futuro del vino europeo: il Wine package, appena uscito dal Trilogo tra Parlamento, Consiglio e Commissione.
A firmarla è Giulio Somma, che raccoglie il punto di vista della relatrice del provvedimento al Parlamento europeo, Esther Herranz García, offrendo al lettore non solo una valutazione politica del pacchetto, ma anche una ricostruzione dei compromessi che ne hanno determinato l’assetto finale.
Dalle misure di gestione della crisi – a partire dall’estirpazione dei vigneti – ai nodi più controversi sull’etichettatura dei vini parzialmente dealcolati, l’intervista restituisce un quadro articolato di un negoziato che ha messo a confronto visioni molto diverse all’interno della filiera vitivinicola europea. Herranz García sottolinea in particolare il “clima politico positivo” che si è creato attorno al vino, dopo anni in cui l’agricoltura ha percepito una marginalità nel dibattito comunitario, rivendicando la volontà condivisa delle istituzioni di arrivare rapidamente a un accordo.
Non mancano i passaggi più delicati: l’inclusione dell’estirpazione tra le misure finanziabili con fondi Ue, le condizionalità introdotte per evitarne un uso opportunistico, l’esclusione della distillazione, le divergenze sui prezzi minimi e il rinvio del tema delle avvertenze sanitarie, sul quale la relatrice richiama esplicitamente il rischio di frammentazione del mercato unico. Temi sui quali Il Corriere Vinicolo ha già dato conto anche delle posizioni critiche espresse da Unione Italiana Vini.
L’intervista consente così di leggere il Wine package per quello che è: un compromesso politico tra esigenze di crescita e strumenti difensivi, costruito in un contesto di crisi strutturale dei consumi e di forte pressione competitiva internazionale. Un passaggio che, in vista del voto finale previsto per febbraio 2026, segna comunque un cambio di passo nel rapporto tra istituzioni europee e settore vitivinicolo.
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