Lo hanno già ribattezzato “il consorzio dei consorzi”, ma il suo nome è A.VI.TO, ossia associazione vini toscani a Dop e a Igp, e si è costituito ufficialmente davanti a un notaio il 9 marzo. A.VI.TO raggruppa ben 16 consorzi toscani di vini a denominazione di origine e rappresenta circa 5.000 imprese per oltre 20.000 addetti e un fatturato superiore al miliardo di euro. Erano due anni che i consorzi lavoravano alla nascita di A.VI.TO., da quel fatidico 2014 che vide tutti i viticoltori toscani marciare uniti contro l’assessore Anna Marson e il suo Piano di Indirizzo Territoriale. All’epoca l’unione di intenti funzionò, e i viticoltori riuscirono a ottenere dal governatore Rossi una totale revisione del piano, criticatissimo anche dagli altri settori agricoli. Fu allora che nacque l’idea di trasformare quel tavolo di lavoro in un organismo permanente capace di rappresentare l’interesse dei viticoltori di fronte alla Regione e di porsi come interlocutore unico in materia di promozione e di politiche di sviluppo. Adesso l’idea si è concretizzata ed è stata accolta con estremo favore dalla stessa Regione. Alla conferenza stampa di presentazione di A.VI.TO. era presente infatti l’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi che ha portato il saluto da parte del governatore Rossi e il suo personale invito ad andare a presentarsi direttamente in Consiglio Regionale. E in rappresentanza del Consiglio c’era Gianni Anselmi, presidente della Commissione Sviluppo Economico e Rurale, a sottolineare l’interessa con il quale il governo toscano guarda a questo nuovo organismo.
Il presidente della nuova associazione è Fabrizio Bindocci, ossia il presidente del Consorzio del Brunello, mentre il vice presidente è Luca Sanjust del Consorzio Valdarno di Sopra. La scelta del vice presidente non è casuale, visto che lo stesso Bindocci ha tenuto a precisare che all’interno di A.VI.TO non ci sono consorzi di serie A e consorzi di serie B, e ha proseguito affermando che “i consorzi più grandi hanno un dovere morale di aiutare quelli piccoli a crescere”. Il presidente e il vice presidente di A.VI.TO cambieranno di anno in anno in modo da garantire la rappresentatività di tutti i consorzi.
A.VI.TO dunque si propone innanzi tutto di rappresentare il mondo del vino toscano nella sua interezza. Per ora non sono entrati nell’associazione i consorzi degli IGP, ma si attendono a breve. Convinti che quello vitivinicolo sia un settore economico strategico per l’economia toscana, i consorzi si sono uniti per far fronte comune e trovare comuni sinergie per lo sviluppo ulteriore del settore. E’ evidente che l’associazione mira a portare avanti il nome del vino toscano nel mondo, e naturalmente in questo trova appoggio da parte della Regione che, come ha affermato Remaschi, da anni favorisce le reti di impresa e le associazioni di filiera. Remaschi ha quindi invitato subito i rappresentanti di A.VI.TO a lavorare insieme per capire tutte le opportunità messe a disposizione della Commissione Europea in merito alla promozione. E’ chiaro che di fronte a una “potenza di fuoco” come quella messa in campo dalla nuova associazione, sarà più facile ottenere finanziamenti. Ma l’assessore è anche andato oltre, proponendo di mettersi a lavorare sull’ipotesi di creare una sorta di Vinitaly tutto toscano. Naufragata infatti ormai l’idea di organizzare tutte le anteprime in una sola sede a Firenze, l’assessorato torna sull’argomento di una manifestazione capace di comprendere al suo interno tutte le realtà produttive regionali. Su questo fronte ci sarà da valutare bene l’impatto di una nuova manifestazione di settore sul mondo degli operatori, visto il notevole numero di fiere del vino già esistenti al mondo.
Altro argomento sul tavolo sul quale lavorare fin da subito è la nuova legge sugli ungulati, che prevede la creazione di aree vocate e di aree non vocate alla presenza di animali come cinghiali e caprioli. E’ chiaro che i viticoltori vogliono poter dire la loro su questa materia che da anni occupa le pagine dei giornali con i racconti di danni a persone, ambiente, allevamenti e – naturalmente – a vigneti.
Patrizia Cantini