La produzione vinicola globale ha segnato nel 2024 i minimi degli ultimi 60 anni, e anche i consumi sono in ritirata. È quanto emerge dal rapporto annuale dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV), i cui risultati, già anticipati sulla nostra pagina di news lo scorso 6 maggio, sono ora riproposti nel dettaglio su Il Corriere Vinicolo n. 16 del 19 maggio 2025.
Il sistema tiene a livello globale, ma – dicono da Digione – è il momento di giocarsi bene la “sfida di adattamento”, per trasformare le difficoltà in opportunità condivise, cercando nuovi equilibri tra una domanda in evoluzione, una geopolitica molto instabile e il cambiamento climatico che continua ad avanzare.
Nell’analisi, a cura di Paolo Ferrante, del report OIV, sono riportate tabelle sul vigneto globale – in contrazione (-6% vs 2023), ma non mancano eccezioni (Russia +2,2%, India +1,8%, Italia +0,8%); sulla produzione globale di un anno “nero” (-12% vs 2023), con tutti i principali produttori in calo, tranne Georgia (+19,7%), Russia (+17,5%) e Ungheria (+7%); sui consumi, in un mondo che beve meno (-3,3% vs 2023) e dove la tradizione lascia spazio a nuovi stili; e sul commercio mondiale che, come dicevamo, regge (-0,1% in volume; -0,3% in valore vs 2023), ma cambia pelle. L’Italia rimane leader per quantità esportata (21,7 milioni di ettolitri; +3,2%), mentre la Francia domina per valore (11,671 miliardi di euro; -2,4%).