Si è costituita ufficialmente a Roma il 6 ottobre Equalitas s.r.l., con la partecipazione strategica di Federdoc e Unione Italiana Vini, i principali enti di rappresentanza del mondo produttivo vitivinicolo italiano, per proporre il suo ruolo centrale nell’implementazione di un programma unico nazionale sulla sostenibilità del vino. Ed il cuore di questa proposta sarà un sistema di gestione normato e certificabile da ente terzo, in grado di accompagnare le aziende nel continuo miglioramento di processi e prodotti sotto il profilo ambientale, sociale ed economico e con il continuo supporto del mondo accademico e della ricerca. Un modello in grado di affermare il suo valore nei confronti dei consumatori di tutto il mondo proprio grazie alla coesione ed alla pluralità dei soggetti coinvolti.
“Si tratta di un passaggio semplice quanto ambizioso: essere il primo paese esportatore di vino ed affermarsi al contempo quale leader nella proposta di un modello unico e trasparente di gestione e comunicazione della sostenibilità del vino, moderno nei contenuti e pronto a far crescere la cultura della sostenibilità sia tra i produttori sia tra i consumatori” afferma il neopresidente di Equalitas Riccardo Ricci Curbastro.
Aggregazione e contenuti sono frutto del cammino avviato in seno a Tergeo, progetto di Unione Italiana Vini, allargato di concerto con il Forum per la Sostenibilità del Vino. Il Forum nel suo Rapporto 2014 fece chiarezza sul movimento in corso, analizzando i numerosi programmi nazionali esistenti oltre alle tendenze di mercato in tema di sostenibilità, con indagini ad ampio spettro lungo la filiera. Proprio nelle conclusioni finali del rapporto, si auspicava un’aggregazione di interessi ed Expo Milano 2015 rappresentava l’obiettivo temporale ed il contenitore ideale nell’ambito del quale coltivare quest’impresa storica.
Una visione che travalica i confini nazionali grazie al ruolo di Unione Italiana Vini in seno alla Commissione Sostenibilità della FIVS (International Federation of Wines and Spirits) e nel progetto della Commissione Europea per la definizione delle regole sull’Impronta Ambientale (Wine PEF Pilot), e che fa sua la sinergia “tecnico- scientifica” promossa da Tergeo, che ha messo al centro il concetto di “comunità”, riunendo attorno allo stesso tavolo ricerca, produttori e fornitori, e che ha coniato un nuovo modo di interpretare la sostenibilità, oggettivando il miglioramento che l’innovazione può e deve apportare ai tre “pilastri”.
Un percorso inclusivo quello intrapreso, nel quale sono state accolte tutte le istanze in materia, dalla lotta integrata al biologico fino alla viticoltura di precisione, dalla gestione delle emissioni di gas serra al controllo di acqua e biodiversità lungo la filiera, dalla gestione dei contratti di lavoro a formazione e ricerca, fino a toccare tematiche economiche di tutela del patrimonio aziendale, solo per citarne alcune.
Il tutto finalizzato a fornire ad aziende piccole e grandi, ai coltivatori come agli imbottigliatori organizzati in filiera, uno strumento di gestione che dalla produzione dell’uva fino alla bottiglia possa definire i contorni della sostenibilità in maniera chiara e trasparente ai consumatori di tutto il mondo, anche attraverso un marchio collettivo che verrà lanciato al Vinitaly 2016.
Sostenibilità, in arrivo norma unica nazionale per il vino
