Re-export, il motore invisibile del commercio mondiale del vino

Un approfondimento de Il Corriere Vinicolo n. 33 analizza i nuovi dati Oiv sul re-export del vino: un fenomeno ormai strutturale che coinvolge 14 milioni di ettolitri e oltre il 13% dell’interscambio mondiale, ridefinendo strategie e hub del commercio internazionale.

Data:

October 27, 2025

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  • commercio mondiale del vino
  • CV 33/2025
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Re-export, il motore invisibile del commercio mondiale del vino

C’è un fenomeno che da anni attraversa i flussi internazionali del vino e che solo di recente inizia a essere analizzato con la dovuta attenzione: il re-export. Dietro questa definizione tecnica si muove una parte decisiva del commercio mondiale, capace di generare oltre 4,5 miliardi di euro e di spostare 14 milioni di ettolitri di vino ogni anno. A illustrarne dinamiche e implicazioni economiche è un ampio approfondimento firmato da Giulio Somma e O sul nuovo numero de Il Corriere Vinicolo (n. 33 del 27 ottobre 2025).

Lo studio dell’Oiv dedicato ai Paesi-hub che importano e riesportano vino, analizzato nel servizio, mostra come questo sistema sia diventato una componente strutturale del business globale. Singapore, Hong Kong, Paesi Bassi, Regno Unito e Canada figurano tra i nodi principali di una rete che va ben oltre la logistica, trasformandosi in leva strategica di posizionamento e creazione di valore.

Come osserva Sandro Sartor, “il re-export è il frutto dell’efficientamento della distribuzione: apre rotte, riduce tempi e costi”. Ma il tema, sottolineano gli autori, presenta anche lati critici: erosione dei margini, rischio di trade parallelo e scarsa trasparenza dei flussi commerciali.

Per Laura Mayr, coordinatrice del Tavolo del commercio internazionale di Unione Italiana Vini, lo studio Oiv rappresenta “uno strumento prezioso per comprendere meglio un fenomeno finora sottovalutato e trarne nuove opportunità di sviluppo per il vino italiano”.

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Ultimo aggiornamento: October 27, 2025 3:13 PM