Un raccolto generoso e di qualità si affaccia sul mercato, ma l’ottimismo è frenato dai dazi statunitensi, che stanno mettendo sotto pressione il primo sbocco estero del vino italiano.
Nel numero 28/2025 de Il Corriere Vinicolo, Giulio Somma e Maurizio Taglioni raccontano come i Consorzi stiano cercando una difficile quadratura tra gestione del potenziale produttivo, dialogo con gli importatori americani e apertura a nuovi mercati. Al centro resta però l’urgenza di una promozione straordinaria per difendere margini e valore delle denominazioni.
I dati dell’Osservatorio del Vino UIV mostrano l’entità dell’impatto: 61 milioni di dollari di tariffe aggiuntive nei primi tre mesi di applicazione, prezzi all’import scesi del 13,5% e un danno stimato fino a 460 milioni di euro per le imprese italiane. Con un paradosso: anche l’economia Usa rischia ricadute per oltre 25 miliardi di dollari.
Il numero ospita anche un focus sulle vicende giudiziarie aperte negli Stati Uniti, con il caso V.O.S. Selections che ha portato i dazi davanti alla Corte Suprema, segnale di quanto la partita sia ancora in corso.
Tutte questioni che troveranno un primo banco di prova a Vinitaly Usa, in programma a Chicago il 5 e 6 ottobre, quando produttori italiani e partner americani si ritroveranno per misurare la tenuta di un settore che non può permettersi passi falsi.