Fondazione Olmo: innovazione e tradizione al centro del primo convegno su vino e futuro
Ad Artimino la Fondazione Giuseppe Olmo debutta con una giornata di studi dedicata a innovazione e nuovi scenari del vino. Dal vigneto al mercato, esperti di diverse discipline discutono come coniugare tradizione, scienza, sostenibilità e comunicazione.
September 30, 2025
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Tradizione e innovazione: la sfida della Fondazione Olmo
Può la tradizione essere “tradita” per aprire nuove strade? È la domanda che ha guidato la prima giornata di studi della Fondazione Giuseppe Olmo, ospitata nella villa medicea La Ferdinanda di Artimino. Una sede carica di storia che ha fatto da cornice a un dibattito vivace, in cui il vino è stato analizzato non solo come prodotto, ma come sistema culturale complesso che intreccia agronomia, psicologia, marketing, antropologia, sociologia e comunicazione.
La cronaca dell’appuntamento è su Il Corriere Vinicolo n. 29/2025, in un servizio di Patrizia Cantini.
Il professor Attilio Scienza ha ricordato che la storia dell’uomo è fatta di innovazioni nate da “tradimenti”, necessari per adattarsi ai cambiamenti. Per il vino questo significa abbandonare alcuni miti – dalle viti franche di piede al culto assoluto dell’autoctonia – e accogliere strumenti scientifici d’avanguardia, dalla selezione assistita alle biotecnologie, per affrontare sfide ambientali e climatiche.
Il MW Gabriele Gorelli ha sottolineato come i consumatori di oggi siano “mobili” e vadano riconquistati con linguaggi moderni e inclusivi. Un invito rilanciato dal sociologo Vanni Codeluppi, che vede nel vino un prodotto in grado di rispondere al bisogno di autenticità di una società sempre più disorientata.
Dal Behavior and Brain Lab della IULM, Vincenzo Russo ha mostrato come neuroscienze e psicologia possano migliorare la comunicazione, mentre Guido Di Fraia ha parlato del ruolo dell’intelligenza artificiale come intelligenza “aumentata”, capace di affiancare l’uomo in vigna e in cantina, fino a creare vini su misura per nicchie di mercato.
Il tema della sostenibilità è stato affrontato dall’agronomo Luca Toninato, che ha evidenziato l’importanza della viticoltura di precisione, dei sensori e dei dati satellitari, strumenti che già oggi consentono una gestione più accurata delle colture.
Il convegno si è chiuso con una riflessione sul marketing. Alberto Mattiacci ha ricordato che in un mercato saturo “troppo di tutto vale poco” e che il vino deve essere scelto, non solo acquistato. La costruzione del brand, anche attraverso il digitale e la valorizzazione di chi lavora in vigna, diventa così essenziale.
Con questa prima iniziativa, la Fondazione Olmo si presenta come luogo di confronto interdisciplinare, aperto a nuove intelligenze e nuove competenze, con l’obiettivo di dare al vino italiano strumenti concreti per affrontare un futuro in continua trasformazione.
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