Vitigni PIWI in Puglia: una ricerca dell’Università del Salento conferma la qualità dei vini
Uno studio scientifico pubblicato sull’Italian Journal of Food Science dimostra che i vini ottenuti da vitigni PIWI resistenti, come Merlot Kanthus e Merlot Khorus, hanno una qualità paragonabile al Merlot tradizionale, aprendo nuove prospettive per la viticoltura pugliese
September 27, 2025
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Vitigni PIWI in Puglia: una ricerca dell’Università del Salento conferma la qualità dei vini
Una ricerca multidisciplinare i cui risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Italian Journal of Food Science suggerisce che la qualità dei vini ottenuti da due vitigni resistenti ai principali patogeni fungini Oidio e Peronospora – ovvero gli ibridi PIWI, Merlot Kanthus e Merlot Khorus – è sovrapponibile a quella dei vini prodotti in Puglia con il vitigno Merlot tradizionale.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati nell’articolo Sensory profile of wines produced from disease-resistant grapevine varieties grown in the Mediterranean area (Italian Journal of Food Science, 38(1)), firmato da Giuseppe Rossetti, Valeria De Rosa, Francesco Fortunato Maci, Luigi Tarricone, Rachele Falchi, Vito Michele Paradiso e Laura Rustioni.
Lo studio, coordinato dalla professoressa Laura Rustioni dell’Università del Salento e sviluppato nell’ambito della tesi di laurea di Anita Morleo, ha coinvolto anche ricercatori dell’Università di Udine, del CREA (Centro di Ricerca per la Viticoltura e l’Enologia di Turi) e tecnici della Cantina Due Palme di Cellino San Marco. È stato condotto con un duplice approccio. Da un lato è stata effettuata un’analisi chimico-tecnologica dei parametri enologici dei vini, dall’altro è stata svolta una valutazione sensoriale attraverso un panel di degustatori sia esperti (afferenti all’Associazione Italiana Sommelier di Lecce) che non esperti.

I risultati hanno mostrato che i vini ottenuti da questi vitigni resistenti non solo rispettano gli standard qualitativi tecnici, ma risultano anche apprezzati dal punto di vista sensoriale, con preferenze in alcuni casi addirittura superiori a quelle riscontrate per il Merlot tradizionale.
Com’è noto, i vitigni PIWI (dal tedesco Pilzwiderstandfähig, “resistenti ai funghi”) permettono di ridurre drasticamente l’uso di fitofarmaci, con benefici ambientali ed economici immediati: meno trattamenti in vigna significano tutela della biodiversità, riduzione dei costi di produzione, riduzione delle emissioni e maggiore sicurezza per gli operatori agricoli.
Nonostante ciò, sottolinea la professoressa Rustioni, in Puglia i vitigni PIWI non sono ancora ammessi alla coltivazione, a differenza di quanto avviene in altre regioni vinicole italiane, dove già da tempo,si lavora con queste cultivar: “si tratta di un paradosso che rischia di frenare l’innovazione in una delle regioni simbolo della viticoltura italiana, visto che la nostra ricerca dimostra che i vitigni resistenti non rappresentano una minaccia per la qualità enologica, ma una straordinaria opportunità per rendere la viticoltura più sostenibile e competitiva”.
L’articolo è disponibile integralmente in open access al link: https://www.itjfs.com/index.php/ijfs/onlinefirst/view/2917
FEB
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