I dazi cinesi sul vino australiano sono stati cancellati
Il Ministero del Commercio della Repubblica popolare cinese ha ora stabilito la non persistente necessità dei dazi, sospendendoli a partire dal 29 marzo
April 2, 2024
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Cina: cancella i dazi antidumping e antisovvenzioni
La Cina ha finalmente cancellato i dazi antidumping e antisovvenzioni che da tre anni pesavano sul vino australiano in bottiglia in ingresso nel paese.
L’annuncio ufficiale (protocollo n. 11/2024) è apparso lo scorso 28 marzo sul sito del Mofcom, il Ministero del Commercio della Repubblica popolare cinese, che ha ora stabilito, in funzione dei cambiamenti del mercato del vino nel Paese, la non persistente necessità dei dazi, che sono stati quindi sospesi a partire dal 29 marzo.
Ricordiamo che la questione si aprì nel 2020 in seguito a screzi diplomatici - che hanno in questi anni coinvolto vino e altri prodotti australiani - nati in seguito alla richiesta posta alla comunità internazionale dal governo australiano di aprire un’indagine sullo scoppio della pandemia del Covid-19.
Da qui l'imposizione di dazi fino al 212% sul vino australiano in ingresso in Cina in contenitori di volume fino a due litri e all’apertura da entrambe le parti di istanze presso l’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO).
Le tensioni si erano pian piano sopite già alla fine dello scorso anno, e sempre di più nelle scorse settimane, quando ormai la questione sembrava davvero essere giunta ad una conclusione (per chi volesse ripercorrere tutte le tappe della vicenda, oltre che alle notizie pubblicate sul sito di Unione Italiana Vini che ha costantemente tracciato l’evoluzione della controversia, rimandiamo alla pagina dedicata del sito di Wine Australia).
La decisone del Mofcom è stata, come era prevedibile, accolta con favore dai rappresentanti di Wine Australia. Fino al 2021, infatti, l’industria del vino australiano aveva trovato nella Cina il suo più importante mercato di destinazione, anche grazie all’accordo di libero scambio ChAFTA. L’imposizione dei dazi cinesi aveva poi affossato tutto l’export vinicolo australiano, che ora ancora galleggia, dopo aver visto anni di importante crescita.
FEB