Negli ultimi anni si è diffusa l’idea che il legno stia vivendo un lento e inesorabile declino: meno barrique nuove, meno tostature marcate, meno interventismo enologico. Ma parlare di “crisi” del legno rischia di essere fuorviante.
Il cambio stilistico che sta investendo l’enologia italiana e internazionale non ha infatti messo in crisi il mercato dei contenitori in legno, che continua a crescere, come risulta da un’inchiesta pubblicata sul n. 16/2025 de Il Corriere Vinicolo.
L’uso di botti e barrique non si è ridotto, ma si è trasformato, perché si sono evoluti ruolo, approccio e funzioni del legno nel percorso produttivo. Siamo dunque agli inizi di una vera “rivoluzione culturale”, che investirà anche i vini no-low.
Formati, essenze, tostature: la ricerca delle tonnellerie si affina, mettendo in gioco il mix di questi elementi verso una qualità produttiva sempre più personalizzata, di precisione e “su misura”.
Nel servizio – a cura di Fabio Santini e Giulio Somma – una riflessione del Master of Wine Andrea Lonardi, che va oltre gli slogan e - di seguito nell'inchiesta - le voci dei produttori di contenitori enologici in legno, attraverso le testimonianze di Piero Garbellotto (G & P Garbellotto S.p.A.), Alessandro Castioni (Demptos / I-Oak), Mauro Gamba (Fabbrica Botti Gamba), Massimo Bergamasco (Mastro Bottaio).