La vigna intelligente: l’Internet of Things rivoluziona la viticoltura

Sensori, piattaforme digitali e sistemi predittivi stanno trasformando il vigneto e la cantina: risparmio idrico, trattamenti mirati, tracciabilità e sostenibilità. Sul Corriere Vinicolo n. 28/2025, Mino Sportelli (CNR) racconta l’evoluzione della viticoltura connessa.

Data:

September 25, 2025

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La vigna intelligente è già realtà: l’Internet of Things rivoluziona la viticoltura

Un vigneto che parla, comunica in tempo reale le proprie esigenze e dialoga con il territorio: non è fantascienza, ma la trasformazione che l’Internet of Things sta portando nel mondo del vino. Sensori, piattaforme digitali e sistemi predittivi stanno cambiando il lavoro dei viticoltori, offrendo nuove possibilità in termini di efficienza, sostenibilità e adattamento al cambiamento climatico.

Sul Corriere Vinicolo n. 28/2025, Mino Sportelli (CNR, ISTI Pisa) racconta come la digitalizzazione stia già ridisegnando il vigneto e la cantina. Dall’irrigazione intelligente che riduce fino al 40% i consumi d’acqua, ai sistemi previsionali che consentono trattamenti mirati, fino ai QR code in etichetta che garantiscono tracciabilità totale grazie alla blockchain: la vigna connessa è una realtà sempre più diffusa.

Non mancano gli ostacoli: costi di investimento elevati, connettività rurale insufficiente e nuove competenze richieste ai viticoltori rischiano di rallentare la diffusione delle tecnologie. Eppure, gli esempi concreti si moltiplicano: capsule sensorizzate che raccontano il vino (Somelia), intelligenza artificiale per la gestione dell’irrigazione (Cantine Ferrari), piante-spia (San Marzano Wines), sistemi VineSense IoT® (Netsens) e i progetti di certificazione digitale promossi da Valoritalia.

Al Vinitaly 2025 l’innovazione è stata protagonista con progetti come iXemWine del Politecnico di Torino, Dioniso del Distretto Aerospaziale della Campania e iVine, sviluppato con il contributo del CNR e dell’Università di Firenze. Iniziative che mostrano come la tecnologia non sia più riservata ai grandi gruppi, ma accessibile anche alle piccole e medie aziende.

La sfida non è soltanto tecnologica, ma culturale: il viticoltore del futuro dovrà essere al tempo stesso custode della tradizione e interprete dei dati. Il rischio? Che senza politiche inclusive la digitalizzazione accentui le distanze tra grandi realtà e piccole aziende. Ma se accompagnata da formazione e governance dei dati, la vigna intelligente può diventare un’opportunità per rafforzare la diversità e la competitività della viticoltura italiana.

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Ultimo aggiornamento: September 26, 2025 2:17 PM