Continua senza particolari scostamenti rispetto ai mesi precedenti l’andamento dell’export italiano. A tutto luglio, l’Italia chiude con 12 milioni scarsi di prodotto venduto (-10%), per un controvalore di 2,6 miliardi di euro, pari a una variazione positiva dell’8%. A trainare al ribasso i volumi sono sempre i vini sfusi, ormai attestati attorno a un -24%, mentre i valori degli stessi sono schizzati a quotazioni quasi da record, a sfiorare i 70 centesimi al litro.
Sarà questa probabilmente una delle costanti della prossima annata, con meno prodotto disponibile sul mercato all’origine, prezzi al rialzo e fortissime richieste provenienti dall’Est e Centro Europa, dove la vendemmia avara costringerà all’affannosa ricerca di vino sfuso dalle cantine italiane e spagnole. A differenza del 2011, però, quando si verificò un fenomeno simile, causa produzione ai minimi in Europa, le nostre cantine avevano prodotto in abbondanza. Quest’anno invece sarà dura recuperare prodotto un po’ per tutti, e probabilmente gli imbottigliatori italiani dovranno fare i conti con agguerriti competitor esteri sul mercato del bulk.
Venendo ai mercati, la colonna volumi incomincia a segnare meno pesanti, soprattutto in quei mercati dove inviamo vino in cisterna (Germania, Francia, Russia, Belgio), mentre vanno bene quelli dove siamo posizionati con maggiori volumi di confezionato (Usa, UK, Svizzera, Giappone).
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istat