Dopo Piemonte, Lombardia e Veneto, è il turno del Friuli Venezia Giulia, il cui vigneto è per il 39% impiantato con varietà bianche e per il 35% con quelle nere, con il restante 26% dominato da uve di altro colore, tra cui spicca il Pinot grigio, che di fatto è in assoluto anche la varietà più diffusa sul territorio regionale. Occupa per l’appunto un quarto, il 25%, dei vigneti: 4.750 ettari, di cui oltre 4 mila destinati alla produzione di vini a denominazione di origine. Secondo per superficie il Merlot, con 2.820 ettari e una quota del 15%, seguito dal Tocai friulano, con 1.630 ettari, e da tre vitigni internazionali: Chardonnay, Sauvignon e Cabernet Franc, tutti con superfici comprese tra 1.350 e 1.250 ettari.
Interessante, a seguito della recente crescita, anche la quota raggiunta da Prosecco/Glera lungo e Prosecco/Glera: 630 e 390 ettari, per un totale di 1.020 ettari.
Nel complesso, il ruolo delle varietà internazionali risulta decisamente significativo. Considerando quelle a maggior diffusione, ovvero Pinot grigio, Merlot, Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Pinot bianco e Pinot nero, si arriva a rappresentare con oltre 12.800 ettari i due terzi (67%) del vigneto regionale. Né la situazione è cambiata di molto rispetto al 2000, quando le stesse varietà totalizzavano 12.200 ettari e una quota del 69%.
* L’uva di altro colore include Pinot grigio e le varietà rosate, secondo la classificazione del Registro nazionale delle varietà di vite
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Censimento Istat. Sui numeri in distribuzione al Simei, un’ampia rassegna delle varietà coltivate in tutte le regioni d’Italia, con il dettaglio provinciale e la segmentazione Dop-comuni e per colore