Lo Champagne ha bisogno di nuovi mercati per sopravvivere perché la crescita dei costi rende il mercato europeo sempre meno fruttuoso. La dichiarazione, certamente significativa visto che si sta parlando del vino spumante più celebre al mondo, è stata fatta da Charles Armand de Belenet, dirigente di Pernod Ricard,.
Lo Champagne ha contato lo scorso anno nell’export francese per il 7% in volume e per il 29% in valore (ne abbiamo parlato qui) ma probabilmente questo non basta se addirittura è messa in discussione la sopravvivenza nei prossimi anni di alcuni marchi. E probabilmente non rassicurano i produttori nemmeno i numeri sulla produzione mondiale di vini spumanti che oggi si aggira intorno ai 2,5 miliardi di bottiglie (ne abbiamo parlato qui), produzione essenzialmente di marca europea che negli ultimi anni ha manifestato un trend ascendente in controtendenza rispetto alla dinamica produttiva dei vini fermi.
Al momento Pernod Ricard sta pensando di costituire una rete di distribuzione in Nigeria, mercato considerato particolarmente interessante e che negli ultimi anni ha visto un considerevole incremento dei consumi di vino.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Nazioni Unite
Ma ovviamente, prosegue il dirigente di Pernod Ricard, l’Africa non basta: si deve puntare anche su Brasile e Cina. In Cina in particolare il consumo di Champagne è ancora poca cosa ma visto il carattere del prodotto, legato al lusso e associato a ricorrenze ed eventi conviviali, il Paese potrebbe riservare particolari soddisfazioni per i produttori: oggi in Cina le vendite dipendono per il 40% in valore proprio dall’acquisto di vini costosi da parte di un 22% di bevitori facoltosi.
Secondo de Belenet tuttavia quello che conta di più non è aumentare la distribuzione in forma massiva ma creare una distribuzione mirata puntando su una clientela selezionata: “Non vogliamo andare ovunque, vogliamo essere selettivi”.
FEB