Valtellina e vitigni antichi: nuova vita per la viticoltura di montagna
Il cambiamento climatico e la ricerca di vini più identitari spingono verso il recupero del germoplasma autoctono. In Valtellina, sei varietà storiche ora iscritte al Registro Nazionale aprono nuove prospettive per una viticoltura più sostenibile.
July 10, 2025
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Valtellina e vitigni antichi: nuova vita per la viticoltura di montagna
La valorizzazione del germoplasma autoctono rappresenta una delle strategie più promettenti per rispondere alle pressioni del cambiamento climatico e alle nuove preferenze del consumo enologico. In questo contesto, la Valtellina – territorio storicamente marginalizzato dal punto di vista vitivinicolo, ma ricchissimo di biodiversità – si configura oggi come un caso di studio esemplare.
Nel contributo pubblicato su Il Corriere Vinicolo (n. 22/2025), Giacomo Eccheli e Lucio Brancadoro, del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano (DiSAA), analizzano in chiave scientifica il processo di riscoperta e reintroduzione di sei varietà antiche valtellinesi, recentemente iscritte al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.
L’articolo esamina le evidenze genetiche e agronomiche emerse da anni di ricerca sul campo, documentando l’origine locale della Chiavennasca (Nebbiolo) e l’elevata variabilità fenotipica delle cultivar autoctone selezionate, tra cui Brugnola, Rusul, Rossolino rosa, Bressana e Negrera. Tali varietà mostrano caratteristiche agronomiche di particolare interesse in un contesto di viticoltura di montagna: germogliamento tardivo, moderato accumulo zuccherino, buona acidità, adattabilità a condizioni pedoclimatiche complesse.
L’approfondimento sottolinea inoltre il ruolo determinante svolto da realtà come la Fondazione Fojanini e dalla collezione ampelografica “Dossi Salati”, nell’attività di recupero, conservazione e caratterizzazione del patrimonio viticolo locale.
Grazie alla sua articolata eterogeneità ambientale e storica, la Valtellina si propone oggi come un modello virtuoso per una viticoltura resiliente, in grado di coniugare identità territoriale, sostenibilità e innovazione.
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