USA-UE, trattativa difficile sui dazi: il vino italiano sotto pressione
Tariffe al 30%, trattativa diplomatica e rischio di contraccolpi economici su entrambe le sponde dell’Atlantico: Il Corriere Vinicolo n. 24/2025 dedica un ampio servizio alla difficile negoziazione tra USA e UE, con dati e scenari a cura dell’Osservatorio del Vino UIV
July 21, 2025
2 minuti

USA-UE, trattativa difficile sui dazi: il vino italiano sotto pressione
Nel numero 24/2025 de Il Corriere Vinicolo, Giulio Somma firma un approfondimento cruciale sul nuovo scenario commerciale che si è aperto tra Stati Uniti e Unione Europea. Un’escalation che prende le mosse dalla lettera inviata dal presidente Donald Trump a Ursula von der Leyen e che, con la minaccia di tariffe doganali del 30% sul vino europeo, sta mettendo in allarme l’intera filiera.
Il titolo scelto dalla testata, “Dazi: la trattativa difficile”, riassume bene l’incertezza che domina una negoziazione serrata, il cui esito potrebbe incidere profondamente sul presente e sul futuro del vino italiano. “Quasi un embargo per l’80% del nostro export”, ha dichiarato Lamberto Frescobaldi, presidente di Unione Italiana Vini, mentre il segretario generale Paolo Castelletti ha messo in guardia rispetto a un possibile impatto sistemico sulle piazze internazionali e sulla tenuta dei prezzi.
L’articolo segue da vicino il confronto diplomatico in atto, con aggiornamenti dalle capitali politiche ed economiche coinvolte. A Bruxelles, la Commissione europea lavora a una risposta unitaria, mentre a Washington si moltiplicano i round negoziali. Le cifre sul tavolo variano, ma lo spettro di dazi fino al 30% resta concreto.
Un focus centrale è dedicato all’Osservatorio del Vino di UIV, che documenta con precisione l’esposizione del vino italiano sul mercato USA. Si tratta di circa 2 miliardi di euro di export annuo — il 24% del totale — con alcune denominazioni particolarmente vulnerabili, come Moscato d’Asti, Pinot Grigio e Prosecco. L’aumento dei costi generato da dazi e svalutazione del dollaro potrebbe mettere fuori mercato interi segmenti, a partire da quello “popolare”, oggi motore delle vendite oltreoceano.
Il reportage include anche la voce del professor Mario Baldassarri, che sottolinea come misure protezionistiche di questo tipo si traducano in una “somma negativa” per tutti, danneggiando l’intera filiera, anche americana. Un punto condiviso dal Ceev e da US Wine Trade Alliance, secondo cui ogni euro di vino europeo esportato genera 4,50 dollari per l’economia degli Stati Uniti.
Mentre la scadenza del 1° agosto si avvicina, la speranza è che la diplomazia abbia ancora margini di manovra. Ma se non sarà così — suggerisce Baldassarri — potrebbe essere proprio il prossimo appuntamento elettorale del 2026 a cambiare le carte in tavola.
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