Nel numero 31/2025 de Il Corriere Vinicolo, l’avv. Christian Montana chiarisce differenze e responsabilità tra mediatori, agenti e procacciatori d’affari, figure sempre più centrali nelle strategie commerciali delle aziende vinicole ma spesso confuse o gestite in modo improprio.
Due recenti sentenze del Tribunale di Roma hanno stabilito che i mediatori di vino sfuso, se autonomi e privi di obblighi di promozione continuativa, non devono essere iscritti all’Enasarco. Un principio importante, che tutela le imprese da errori d’inquadramento e da sanzioni legate a rapporti mal impostati.
Montana invita le aziende a scegliere figure professionali qualificate, redigere contratti coerenti, curare gli aspetti fiscali e utilizzare la terminologia corretta in ogni documento. La chiarezza, sottolinea, è il primo passo per evitare contenziosi e garantire collaborazioni trasparenti e sicure.
Nel commento che accompagna l’articolo, Carlo Miravalle, presidente di Med&A, richiama la necessità di una nuova professionalità: “È finita l’epoca dell’improvvisazione. Oggi servono consulenti preparati e dinamici, capaci di accompagnare la crescita delle imprese vitivinicole.”
Un invito a rivedere con attenzione i modelli di collaborazione commerciale, in un mercato che chiede sempre più competenza, legalità e trasparenza.