La Dichiarazione Onu sulle malattie non trasmissibili, che ha respinto le impostazioni ideologiche più radicali e riconosciuto la distinzione tra abuso e consumo moderato, segna un importante risultato per la filiera del vino. In un’intervista esclusiva su Il Corriere Vinicolo (n. 30/2025), Marzia Varvaglione, presidente del Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), esprime soddisfazione ma invita alla prudenza: non è la fine della partita.
Il documento, pur non vincolante, potrà orientare le future politiche sanitarie e comunicative dei governi e dell’OMS, rafforzando un approccio equilibrato. Ma Varvaglione sottolinea come la sfida resti aperta: istituzioni e organizzazioni continueranno a spingere per stigmatizzare il vino al pari di altri alcolici.
La risposta, spiega, deve essere un impegno costante nel promuovere consumo responsabile e nel diffondere i risultati scientifici che dimostrano come sia l’abuso – non il vino in sé – a essere nocivo. Iniziative come Wine in Moderation e il congresso internazionale di Roma mostrano la strada: solo un lavoro continuo potrà consolidare questo successo politico e rafforzarlo nel tempo.