Un valore complessivo di 156 milioni di dollari, per un volume di 37 milioni di litri. Ovvero una crescita del 3% rispetto al 2011, più rallentata rispetto agli anni precedenti, ma comunque sempre in crescita.
E’ il bilancio 2012 delle importazioni messicane di vino in bottiglia, che hanno visto per la prima volta la spagna piazzarsi in cima alla lista dei fornitori a volume, primato “scippato” ai cileni, che nel 2012 hanno visto una riduzione degli acquisti del 9%. Sui valori, gli spagnoli consolidano la leadership, con 55 milioni di dollari di imbottigliato esportato, valore praticamente fermo rispetto al 2011. Calano anche i cileni (-4%), mentre la performance migliore nelle posizioni di testa è quella dell’Italia che guadagna il 21% portandosi a 18 milioni di dollari (sui quantitativi la crescita è speculare, con volumi attestati a 5 milioni di litri).
Tra gli altri fornitori, stabili l’Argentina e l’Australia, in crescita robusta Francia (+8%), Usa (+12%) e Germania (+17%), mentre soffrono i vini portoghesi e sudafricani, questi ultimi ormai dimezzatisi come valori nel giro di un triennio e incalzati dai rampanti vini uruguaiani, cresciuti del 22% e arrivati alla soglia del mezzo milione di dollari.
Per quanto riguarda le importazioni delle altre tipologie, a una drastica riduzione dei quantitativi di sfuso fa da contraltare l’aumento delle richieste di spumante, arrivati ai 30 milioni di dollari, con principali fornitori Francia (19 milioni), Italia (7,5) e Spagna (2).
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istituto di statistica messicano
I dati completi nella sezione Statistiche del portale