L’Unione Europea e l’Indonesia hanno chiuso il negoziato per un nuovo accordo di partenariato economico globale (Cepa), pensato per ridurre la dipendenza da mercati “tradizionali” e offrire una risposta strutturata alla stagione dei dazi. Paolo Ferrante, Su Il Corriere Vinicolo n.36, ricostruisce contenuti e implicazioni di questa intesa, con un focus specifico sul vino e sulle opportunità – ma anche sui rischi – per le imprese europee e italiane.
Il Cepa prevede l’eliminazione dei dazi sul 98,5% delle linee tariffarie, semplificazioni doganali e un capitolo robusto su sostenibilità, proprietà intellettuale e tutela delle Indicazioni geografiche. Per l’agroalimentare europeo, e in prospettiva per il vino, si apre l’accesso più strutturato a un mercato complesso, dove dazi, accise, licenze e burocrazia hanno finora reso l’Indonesia un approdo di nicchia, ad alta intensità regolatoria.
Sul fronte vinicolo, Ferrante entra nel merito dei nodi chiave: l’attuale dazio ad valorem del 90% sul valore Cif, tra i più alti al mondo; l’ipotesi – sostenuta da UIV e Ceev – di tornare a un dazio specifico per litro come compromesso praticabile; l’introduzione di una quota tariffaria (Trq) a dazio ridotto al 5%, prima apertura formale di Giacarta sulle bevande alcoliche in un accordo commerciale. Ma l’autore evidenzia anche le criticità: procedure di licenza ancora macchinose, barriere non tariffarie, restrizioni sulla vendita al dettaglio, fiscalità pesante che alimenta contrabbando e distorsioni di mercato, limiti agli investimenti esteri nel settore delle bevande alcoliche.
La seconda parte del servizio è dedicata al mercato del vino in Indonesia, ancora piccolo ma in crescita, trainato da turismo internazionale, Horeca di fascia alta e domanda degli expat. Qui l’Italia gioca un ruolo di primo piano nei volumi, a fianco dell’Australia, mentre la Francia guida per valori esportati, grazie al peso dei segmenti premium e sparkling. Non mancano, infine, gli elementi macroeconomici: dinamica del Pil, forza del turismo, peso della classe media e prospettive di sviluppo fino a fine decennio.
Il quadro che emerge è quello di un mercato difficile ma non marginale, dove l’accordo UE–Indonesia può trasformare un terreno ad alta frizione in uno spazio di crescita selettiva per le cantine europee e italiane più strutturate. Nel servizio i dettagli su dazi, quote, negoziati, proposte UIV–Ceev e numeri dell’export.