Accordo Ue–Indonesia: cosa cambia per il vino italiano

Su Il Corriere Vinicolo un’analisi del nuovo accordo di partenariato economico globale (Cepa) tra Unione europea e Indonesia. Dazi, quota tariffaria agevolata, barriere non tariffarie, fiscalità e limiti agli investimenti esteri ridisegnano l’accesso al mercato indonesiano, piccolo ma in crescita, dove UIV e Ceev hanno avanzato proposte specifiche per rendere più competitivo il vino europeo e italiano.

Data:

November 18, 2025

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Accordo Ue–Indonesia: cosa cambia per il vino italiano

L’Unione Europea e l’Indonesia hanno chiuso il negoziato per un nuovo accordo di partenariato economico globale (Cepa), pensato per ridurre la dipendenza da mercati “tradizionali” e offrire una risposta strutturata alla stagione dei dazi. Paolo Ferrante, Su Il Corriere Vinicolo n.36, ricostruisce contenuti e implicazioni di questa intesa, con un focus specifico sul vino e sulle opportunità – ma anche sui rischi – per le imprese europee e italiane.

Il Cepa prevede l’eliminazione dei dazi sul 98,5% delle linee tariffarie, semplificazioni doganali e un capitolo robusto su sostenibilità, proprietà intellettuale e tutela delle Indicazioni geografiche. Per l’agroalimentare europeo, e in prospettiva per il vino, si apre l’accesso più strutturato a un mercato complesso, dove dazi, accise, licenze e burocrazia hanno finora reso l’Indonesia un approdo di nicchia, ad alta intensità regolatoria.

Sul fronte vinicolo, Ferrante entra nel merito dei nodi chiave: l’attuale dazio ad valorem del 90% sul valore Cif, tra i più alti al mondo; l’ipotesi – sostenuta da UIV e Ceev – di tornare a un dazio specifico per litro come compromesso praticabile; l’introduzione di una quota tariffaria (Trq) a dazio ridotto al 5%, prima apertura formale di Giacarta sulle bevande alcoliche in un accordo commerciale. Ma l’autore evidenzia anche le criticità: procedure di licenza ancora macchinose, barriere non tariffarie, restrizioni sulla vendita al dettaglio, fiscalità pesante che alimenta contrabbando e distorsioni di mercato, limiti agli investimenti esteri nel settore delle bevande alcoliche.

La seconda parte del servizio è dedicata al mercato del vino in Indonesia, ancora piccolo ma in crescita, trainato da turismo internazionale, Horeca di fascia alta e domanda degli expat. Qui l’Italia gioca un ruolo di primo piano nei volumi, a fianco dell’Australia, mentre la Francia guida per valori esportati, grazie al peso dei segmenti premium e sparkling. Non mancano, infine, gli elementi macroeconomici: dinamica del Pil, forza del turismo, peso della classe media e prospettive di sviluppo fino a fine decennio.

Il quadro che emerge è quello di un mercato difficile ma non marginale, dove l’accordo UE–Indonesia può trasformare un terreno ad alta frizione in uno spazio di crescita selettiva per le cantine europee e italiane più strutturate. Nel servizio i dettagli su dazi, quote, negoziati, proposte UIV–Ceev e numeri dell’export.

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Ultimo aggiornamento: November 17, 2025 12:03 PM