Anche nel primo semestre del 2014 sta proseguendo il riassestamento del mercato cinese intravisto nel 2013, tuttavia con ritmi meno drammatici del primo quarto dell’anno. Le importazioni di vino in bottiglia sono scese del 6% a volume (133 milioni di litri) e del 9% a valore (641 milioni di dollari), ma c’è da ricordare che si veniva da cali attorno al 20% a marzo. Penalizzati continuano a essere soprattutto i francesi, ovvero Bordeaux, anche se la perdita rispetto al primo trimestre è dimezzata, attorno al 15%. Vanno male le cose anche per gli australiani, ma anche qui si è in fase di recupero rispetto a un inizio d’anno che aveva registrato perdite attorno al 20%. Spagna e Italia continuano a galleggiare, anche se il nostro Paese mostra se non altro una dinamica migliore sui prezzi, in aumento del 2% contro il calo del 3% per le bodegas. Chi invece viaggiava a marzo e continua a viaggiare a giugno sono i cileni, favoriti nella loro corsa dagli accordi commerciali siglati con Pechino che incidono sul prezzo finale delle bottiglie in arrivo in dogana: oltre il 50% la crescita a volume e +30% quella sui valori. Male il semestre a stelle e strisce, penalizzato da tagli dei listini del 14%, mentre i neozelandesi fanno l’esatto contrario, portando a casa un +15% di crescita sui fatturati grazie all’aumento dei prezzi medi.
Sugli spumanti, il mercato continua a essere in fase più che espansiva: siamo attorno al 40% di crescita, che coinvolge tutti i principali fornitori. Ma mentre i francesi si presentano con listini in aumento del 18%, italiani, ma soprattutto spagnoli e australiani giustificano le sovrabbondanti crescite con prezzi tirati giù anche in maniera piuttosto rude.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Dogane cinesi