Il comparto vinicolo filippino è un fiore pronto a sbocciare. In un mercato delle bevande alcoliche in cui si vendono 23,4 milioni di ettolitri, dominato da birre e spirits, di cui 16 milioni le prime e 7 milioni i secondi, vini e spumanti rappresentano una nicchia da 15 milioni di litri (dato Euromonitor 2014), che corrispondono a 280 milioni di dollari di fatturato. Ma la notizia è che le vendite fisiche sono destinate a crescere a ritmi molto interessanti, secondo gli analisti, di circa il 10% annuo fino al 2019, arrivando secondo questa previsione a quota 408 milioni di dollari di fatturato entro fine decennio (+45% in termini di litri).
Come si spiega questa rosea aspettativa? Le Filippine sono un Paese con circa 100 milioni di abitanti e un’economia solida che è la più dinamica di tutta l’Asia, seconda solo alla Cina. Tra il 2010 e il 2014 i consumi di vino sono cresciuti di oltre il 30% (contro un +3% della birra e +5% dei superalcolici) e, attualmente, i potenziali consumatori si stimano tra i 10-15 milioni di persone, numero che potrebbe aumentare velocemente con le giuste strategie. Cifre più che appetibili per gli esportatori, se si considera che le Filippine non hanno una produzione interna e che dunque tutti i consumi dipendono dall’import, per ora dominato da Stati Uniti, Spagna, Australia e Cile, seguiti dalla Francia e dall’Italia, sesta in classifica con 575mila litri spediti a Manila nel 2014, corrispondenti a 2,7 milioni di dollari.
Nel focus sul mercato filippino pubblicato sul secondo numero del Corriere Vinicolo di quest’anno si trovano tutti i dati per inquadrare la situazione: consumi di vini e spumanti e proiezioni fino al 2019 in termini di litri e fatturato, la classifica dei maggiori esportatori, i consumi pro capite, le preferenze tra vini fermi e sparkling, il dettaglio delle vendite tra i canali off (grande distribuzione, piccole superfici e dettaglio specializzato) e on-trade (hotel, ristoranti, wine bar e food service) e le vendite per classi di prezzo, che denotano uno spostamento verso le categorie medie e medio-alte per i vini e verso la fascia alta per gli spumanti.
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