Le cantine, comprese quelle dell’Europa continentale, scommettono sul rilancio del mercato britannico. E lo fanno a ragion veduta, perché Oltremanica le cose sembrano andare davvero meglio per i prodotti enologici. Almeno sul fronte delle importazioni, perché dal lato delle vendite le cose si stanno complicando e non poco, a causa della crisi economica e dell’impatto del contino aumento della tassazione sui prodotti alcolici, vino in primis. Un mercato che lancia segnali quanto meno contraddittori
Veniamo ai dati delle importazioni: nel bilancio dei primi 9 mesi del 2011 si registra un’accelerazione della dinamica positiva delle importazioni vinicole, già riscontrata l’anno precedente, con gli arrivi dall’estero, tra vini e mosti, aumentati del 3,3%. Un risultato che si confronta con una crescita dell’1,3% del 2010, registrata peraltro in seconda battuta dopo il maxirimbalzo del 2009, seguito allo stop dell’anno precedente.
Al contrario di quanto riscontrato per i flussi quantitativi, la dinamica in valuta non mostra sostanziali differenze, con il + 6,4% del gennaio-settembre 2011 che ricalca sostanzialmente la crescita dell’intera annata 2010 (+6,5%).
Nel complesso, hanno varcato la Manica poco meno di 936 milioni di litri di vino, inclusi i mosti, per un corrispettivo monetario che si è spinto oltre la soglia dei 2 miliardi di sterline a tutto settembre 2011.
Le vendite domestiche
Intanto, le risultanze più recenti sugli sviluppi del mercato vinicolo in Regno Unito rivelano un calo generalizzato delle vendite nell’off-trade (Gdo e altri canali retail). Il dato Nielsen aggiornato a novembre 2011 (annualizzato) segnala, in relazione ai vini fermi in bottiglia, una flessione del 2,3% a volume, seppure a fronte di un fatturato irrobustito del 3%, dovuto in larga sostanza all’incremento delle accise, ormai una costante del mercato britannico, che ha visto lo spostamento dei consumi verso le fasce sopra le 4 sterline.
Nell’on-trade (canale Horeca), il bilancio delle vendite, nell’anno terminante a ottobre 2011, restituisce a volume una flessione ancora più accentuata, con i fermi che nel complesso hanno archiviato un -5,6%, più evidente in questo caso per bianchi e rosati. Anche qui la dinamica della spesa è in forte aumento (9,2% a 3,8 miliardi di sterline).