Un piccolo ma promettente mercato, dominato finora dai Paesi di lingua spagnola e dove l’Italia sta cercando di trovare un suo spazio vitale. Stiamo parlando del Messico, uno di quei Paesi che saltuariamente compaiono nei progetti di promozione finanziati con i fondi dell’Ocm e che finora hanno visto la Spagna come primo utilizzatore in assoluto per questa destinazione.
Destinazione che nel corso degli ultimi quattro anni ha visto le importazioni di vino in bottiglia oscillare attorno ai 35 milioni di litri, con un appannamento nel 2009, quando si scese a 29. E dove allo strapotere dei cileni si è via via sostituito quello spagnolo, capaci di arrivare a quasi pareggiare i volumi esportati. A livello di volumi, Argentina e Italia dimostrano un andamento crescente simile, mentre più indietro risultano Francia e i vicini di casa americani
Sul fronte valori, invece, vi è stata nel corso degli ultimi quattro anni una crescita migliore rispetto ai volumi: dai 141 milioni di dollari del 2008 – passando ancora un 2009 difficile – nel 2011 si è arrivati alla cifra record di 152 milioni. A furoreggiare è la Spagna, che fa un terzo esatto dei valori importati dal Paese. Quindi Cile, Argentina e l’Italia che è andata a sostituire gradualmente la Francia.
A livello di prezzi medi, sempre per l’imbottigliato, tra i big suppliere, la Spagna spunta le quotazioni migliori, sopra i 5 dollari al litro, mentre Italia, Argentina e Cile veleggiano attorno ai 3 dollari.
Fonte: elaborazioni Corriere Vinicolo su dati Istituto di statistica messicano.
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