Si è riunito oggi a Bruxelles per la quarta e ultima volta l’High Level Group voluto dal commissario Ciolos sulla questione dei diritti d’impianto.
Il risultato dell’incontro di oggi ha generato elementi molto positivi trovando un importante compromesso tra una maggioranza che è d’accordo nel preferire una estensione del mantenimento diritti d’impianto dopo il 31 dicembre 2013 con alcuni elementi di armonizzazione e flessibilità e la minoranza dei paesi membri che preferiva mantenere la decisione del consiglio del 2008 di abbandonare il regime di diritti d’impianto di fatto liberalizzandolo con la possibilità di estenderlo dopo il 2015 a livello nazionale e regionale.
L’elemento positivo che è emerso frutto dei vari incontri e quello conclusivo di oggi è che la maggior parte degli stati membri ha condiviso di lavorare su un sistema alternativo per regolare gli impianti tramite un sistema di autorizzazione applicabile senza pregiudizi con una De minimum clause a tutti gli stati membri e che producono vino e per tutte le categorie di vino.
Ha prevalso il concetto che il sistema deve essere basato sulla gestione di autorizzazioni gratuite per i richiedenti, non trasferibili, e che scadono se non usate dopo tre anni dalla concessione (si veda qui per la differenza tra diritto e autorizzazione all’impianto).
Si prevede un meccanismo di salvaguardia al livello Ue per garantire una crescita ordinata degli impianti definendo un massimale di percentuale di crescita delle aree che determineranno il numero di ettari autorizzi per anno. Gli Stati membri avranno poi la possibilità di diminuire la percentuale a livello nazionale o regionale , o per aree geografiche alla luce di criteri oggettivi e non discriminatori ma rispettando i diritti fondamentali.
Le autorizzazioni saranno rilasciate dalle autorità pubbliche degli Stati membri e possono tenere in considerazione i pareri di riconosciute e rappresentative organizzazioni interprofessionali. Il rilascio delle autorizzazioni è legato al rispetto di criteri oggettivi e non discriminatori. Il nuovo sistema si potrebbe applicare dalla fine del attuale regime con una possibilità di revisione dopo 6 anni.
“Sono soddisfatto di aver partecipato al gruppo di lavoro – dice Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini e membro del gruppo come consigliere di Fooddrinkeurope – e che il risultato si sia orientato su una proposta positiva volta a mantenere il valore del patrimonio vitivinicolo europeo e lo sviluppo del mercato orientato alla qualità. Adesso non rimane che verificare come si tradurrà in pratica nella proposta che sarà presentata al Consiglio per il successivo iter di approvazione”.